



da Il Resto del Carlino-Ferrara
Stamattina al Sant’Anna i neo direttori generali di azienda ospedaliero-universitaria Gabriele Rinaldi e Ausl Paolo Saltari hanno convocato una conferenza stampa con due sole parole all’ordine del giorno: «Pronto soccorso». MAI stile spartano fu di miglior auspicio, visto che sono proprio queste due parole la chiave del futuro della città in termini di sicurezza, salute e qualità della vita. Il periodo breve della direzione dei due nuovi manager non ci consente un giudizio sul loro operato: tanto più alla luce dei problemi ereditati dal passato. Ma proprio questo passaggio di stamattina sarà la cartina di tornasole sulla quale trarre prime indicazioni. Rinaldi e Saltari in pratica devono rispondere ad una sola grande domanda, alla quale finora non è stata data replica alcuna: lo spostamento del pronto soccorso a Cona garantirà tempi di soccorso adeguati a tutte le emergenze o no?
I cittadini in particolare di Ponte, Mirabello, Cassana, Mizzana, Barco e delle altre zone più lontane dal Fondo Morte possono essere sicuri che i tempi reali calcolati sui percorsi delle ambulanze siano sufficienti a salvarli in tutte le emergenze oppure no? Questa è la domanda sulla quale si gioca il futuro della città, un futuro purtroppo amputato di un ospedale per scellerate scelte del passato ma ancora governabile se all’intolleranza degli intransigenti di partito a qualsiasi obiezione sui tempi di soccorso si sostituirà una più realistica valutazione della situazione futura. Finora la difesa del passato, e quindi del partito, ha prevalso su tutto, in primis sulla serenità di un dibattito che non è secondario aa alcun altro: da una parte chi ha sempre chiesto certezze sui tempi e dall’altra chi ha soltanto opposto accuse di strumentalizzazione, anatemi medioevali, invettive poco documentate e gridate senza pubblico in qualche arena di partito. Prova ne è che alla nostra richiesta di organizzare un forum in redazione sull’argomento, alla presenza non dei più pericolosi oppositori, ma dei massimi responsabili di Ausl, Sant’Anna e 118, la risposta è stata in sostanza una totale indisponibilità. Argomento top secret o forse mai affrontato prima? A giudicare dall’intervento di Valentino Tavolazzi, che cita esperimenti sui tempi dei soccorsi fatti dalla stessa azienda, si direbbe la prima ipotesi. A detta dell’ex direttore generale di Gaetano Sateriale – uno quindi che qualcosa sa dell’argomento – i tempi dei soccorsi passerebbero da 5-12 minuti al Sant’Anna a 10-21 minuti a Cona, un aumento della tempistica che porta ad abbassare considerevolmente le percentuali di probabilità di salvezza per molte patologie gravi. Ha ragione Tavolazzi oppure hanno ragione i nostri amministratori nel bollare queste preoccupazioni più o meno come chiacchiere da anziani spettatori ai bordi di un cantiere. La parola a Rinaldi e Saltari, con una speranza: se i dati sulle emergenze non sono sicuri, lavoriamo per mantenere un pronto soccorso in città, anzichè per coprire le responsabilità di chi ha scelto di mettere una turbogas in centro abitato ed un ospedale a dieci chilometri (e senza strade).
Corrado Piffanelli