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04 Ago, 2010

Punte ai chiodi, ma la sostanza non cambia

Inserito da: PpF In: Sanità

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di Valentino Tavolazzi

Portaluppi fa le punte ai chiodi, ma la sostanza non cambia. Ciò nondimeno replico al consigliere medico del Pd. Egli scrive: “Anzitutto va detto che le “gravi emorragie” (shock emorragici) si affrontano in emergenza (tra l’altro) con flebo di fluidi per boli sequenziali di cristalloidi. Solo così si può sperare di non perdere il paziente nel giro di minuti”. Chi se ne intende mi dice che tali fluidi, NON ESSENDO SANGUE, possono solo tamponare la situazione per qualche minuto. I cristalloidi sono soluzioni di acqua e sali, atti a mantenere un minimo di pressione sanguigna agli organi vitali, che tuttavia hanno bisogno di sangue e del suo apporto di ossigeno (i cristalloidi non portano ossigeno).

Devono essere rimpiazzati il più presto da sangue, che ha un effetto immediato. Non è vero dunque che le trasfusioni in ambulanza non si facciano perché impiegherebbero ore a fare effetto. La somministrazione di sangue, per motivi clinico-organizzativi compete al pronto soccorso. Il tempo di trasporto in queste emergenze è quindi vitale. Più lontano ci si trova dall’ospedale, più si rischia la vita. 

Portaluppi scrive. “L’angioplastica primaria non c’entra niente con le cardiopatie, ma solo con le occlusioni acute di una coronaria (infarto).” Mi dice, sempre chi se ne intende, che l’infarto sia una CARDIOPATIA SU BASE CORONARICA, la cui causa è una ostruzione trombotica acuta coronarica. Quindi l’angioplastica primaria c’entra eccome con le cardiopatie, anzi con la cardiopatia più grave, acuta e frequente. Oltretutto nel mio intervento si legge: “Trovano conferma le perplessità sulle attuali carenze del sistema emergenza, per esempio in merito a INFARTO, ictus cerebrale, gravi emorragie e politraumi.” Portaluppi dunque conferma che né sul luogo di soccorso, né in ambulanza, possa essere praticata l’angioplastica. Riguardo alla somministrazione farmacologia (fibrinolisi, usata per sciogliere il trombo), essa è meno efficace dell’angioplastica, con più effetti collaterali e ci sono molte controindicazioni assolute. Molti pazienti non la possono fare e richiede la presenza del medico competente (né autisti, né infermieri possono praticarla), presenza non garantita in tutti i casi e subito. L’angioplastica primaria ha indicazioni elettive nell’infarto acuto e nei casi più gravi e disperati, con maggiori percentuali di successo ed una evidenza di classe A. Così non è per la fibrinolisi, che quindi non è il suo corrispettivo farmacologico. Dunque più lontano ci si trova dall’ospedale, più si rischia la vita. 

Portaluppi scrive: “Negli infarti acuti le linee guida internazionali (non il PD ferrarese) ne prevedono l’esecuzione entro 90-120 min dall’arrivo dei soccorsi del 118, quindi un tempo ampiamente sufficiente a raggiungere il pronto soccorso”. Segnalo l’approssimazione del 90-120 (90 o 120?), considerato il fatto che il fattore tempo, nell’infarto miocardico, è una variabile strategica per ridurre al minimo la morte delle cellule cardiache. Esistono audit che dimostrino il rispetto dei tempi e l’adesione alle linee guida internazionali? Se si, quanto incidono sulla media i pazienti che giungono con i propri mezzi? E’ un salto nel buio aumentare per molti ferraresi il tempo di trasporto da Ferrara a Cona, se ancora oggi non avessimo una fotografia attendibile della realtà.  In ogni caso è del prof. Roberto Ferrari, direttore della clinica cardiologia dell’università di Ferrara e presidente della società europea di cardiologia, l’affermazione: “IL TEMPO E’ MUSCOLO CARDIACO”. Più tempo si impiega per il trasporto del paziente in ospedale, più danni subisce il cuore. Dunque più lontano ci si trova dall’ospedale, più si rischia la vita.

Portaluppi scrive: “I quartieri più popolati del Comune non sono quelli del centro storico (35 mila) e del nord-nordovest (25 mila) che insieme totalizzano 60 mila abitanti, ma quelli della zona sud (40 mila) ed est-nordest (35 mila) che dunque già oggi totalizzano 75 mila abitanti e continuano a crescere più velocemente degli altri.” Mi sembra si stia giocando con i confini amministrativi delle circoscrizioni. Se si fanno ragionamenti seri (e l’emergenza è un argomento serio) ci si deve riferire alla popolazione ed ai quartieri che sono interessati dall’ALLONTANAMENTO dell’ospedale, una volta trasferito a Cona. Perciò alla popolazione residente in centro, inteso come circoscrizione, vanno aggiunte le decine di migliaia di residenti in via Bologna, lati est ed ovest, almeno fino a via Veneziani e via Caselli, che nei conteggi di Portaluppi sono spostati nei 40 mila della zona sud. I conti allora torneranno (aggiungendo anche i quartieri nord, nord-ovest) ed il baricentro del Comune, finalmente e come è ovvio, non potrà che posizionarsi in città! Ancora una volta, più lontano ci si trova dall’ospedale, più si rischia la vita. 

Portaluppi scrive: “Numerosi ospedali sono stati trasferiti fuori dalle città (pronto soccorso compreso) senza problemi: basti qui citare quello di Mestre (città di 176 mila abitanti) tanto ammirato dal Consigliere di PpF.” Cosa c’entra Mestre, domando? Avevo dichiarato che: “NESSUN CAPOLUOGO DI PROVINCIA DELLA NOSTRA REGIONE si è mai privato dell’ospedale e del pronto soccorso in centro storico, anche quando se ne è costruito un secondo fuori città. Ferrara sarebbe il primo e unico caso, esattamente come per l’assenza di una circonvallazione, per l’immane presenza a due passi dalla cattedrale di una turbogas da 800 MWe, per un ospedale in costruzione da vent’anni.” Più lontano ci si trova dall’ospedale, più si rischia la vita. 

Portaluppi scrive: “Assicurando una continuità assistenziale in Giovecca con il progetto di Casa della Salute, dopo il trasferimento delle funzioni ospedaliere a Cona, si renderà un doppio servizio alla cittadinanza: il pronto soccorso (a Cona) verrà decongestionato e restituito con miglior efficienza alla funzione più propria, mentre gli abitanti della città avranno tutti i servizi sanitari per le situazioni non critiche (quelle di gran lunga più comuni) continuando a rivolgersi alle strutture di Giovecca sia di giorno che di notte.” Un’altra novità! Finora ci era stato detto che di notte funzionerà solo la guardia medica. Attualmente il pronto soccorso eroga le prestazioni necessarie in giornata a 8 cittadini su 10 che vi ricorrono. Si dica se di notte i battenti in Giovecca saranno chiusi o se ci si potrà rivolgere alla Casa della Salute, tenuto conto che la guardia medica, palesemente insufficiente e non supportata da servizi diagnostici e di laboratorio, non potrà dare risposte adeguate a quanti oggi ricorrono al pronto soccorso. Se di notte non funzionerà la Casa della Salute (con quali supporti diagnostici, i medici di base sono d’accordo?), i 62 mila pazienti non gravi, spesso anziani, magari con ritenzione acuta di urina, che ora ricorrono al pronto soccorso, dovranno recarsi a Cona. Con quali mezzi di notte? Chiameranno tutti il 118? Il ritorno a casa da Cona sarà a pagamento, a mezzo taxi o ambulanze private? Quesiti angoscianti rimasti ancora senza risposta.

Sul soccorso ai malcapitati colti da ictus cerebrale, Portaluppi tace. Mai come in questi casi, più lontano ci si trova dall’ospedale, più si rischia la vita. 

E per finire, le chemioterapie e radioterapie ora dispensate in giornata a migliaia di pazienti al Sant’Anna, saranno disponibili solo a Cona? Quali e quanti disagi comporterà questa scelta ai malati di tumore ed ai loro famigliari? A Comacchio la Regione (dunque il Pd) ha deciso di investire decine di milioni di euro per tenere aperti ospedale e pronto soccorso, perché a Ferrara si vuole chiuderli?

Valentino Tavolazzi, consigliere comunale Ppf/M5*

Intervento di Portaluppi da CronacaComune

Ospedale S.Anna: modalità, tempi d’intervento, assistenza, popolazione e territorio

di Francesco Portaluppi *

Vorrei replicare al consigliere comunale di PpF che ripetutamente mi coinvolge come consigliere medico del PD nel suo intervento di ieri. Anzitutto va detto che le “gravi emorragie” (shock emorragici) si affrontano in emergenza (tra l’altro) con flebo di fluidi per boli sequenziali di cristalloidi. Solo così si può sperare di non perdere il paziente nel giro di minuti. Le trasfusioni in ambulanza non si fanno perché impiegherebbero ore a fare effetto e quindi vengono comunque rimandate alla successiva fase ospedaliera.
L’angioplastica primaria non c’entra niente con le cardiopatie, ma solo con le occlusioni acute di una coronaria (infarto). Negli infarti acuti le linee guida internazionali (non il PD ferrarese) ne prevedono l’esecuzione entro 90-120 min dall’arrivo dei soccorsi del 118, quindi un tempo ampiamente sufficiente a raggiungere il pronto soccorso (sia in Giovecca oggi, che domani a Cona) da qualunque punto del Comune di Ferrara. Per i casi più distanti della provincia o per quelli che hanno indugiato troppo a lungo prima di chiamare il 118 (6-12 ore dall’inizio dei sintomi) è anche possibile praticare già a casa del paziente o in ambulanza il corrispettivo farmacologico (fibrinolisi), che non esclude la successiva angioplastica. Invece, per ogni emergenza cardiovascolare che comporti interventi cardiochirurgici urgenti, tutti i casi vanno e continueranno ad andare fuori dalla provincia di Ferrara (il Sant’Anna non avrà mai una cardiochirurgia).
I quartieri più popolati del Comune non sono quelli del centro storico (35 mila) e del nord-nordovest (25 mila) che insieme totalizzano 60 mila abitanti, ma quelli della zona sud (40 mila) ed est-nordest (35 mila) che dunque già oggi totalizzano 75 mila abitanti e continuano a crescere più velocemente degli altri. Dovendo trovare una nuova sede al Sant’Anna, dunque, l’unica direzione giustificabile era verso est-sudest, dove appunto è Cona, anche perchè in quella direzione abitano altri 146 mila abitanti della provincia, quasi il doppio di quelli che stanno invece a ovest del comune di Ferrara (77 mila).
Numerosi ospedali sono stati trasferiti fuori dalle città (pronto soccorso compreso) senza problemi: basti qui citare quello di Mestre (città di 176 mila abitanti) tanto ammirato dal Consigliere di PpF.
E’ bene infine precisare che per definizione i codici bianchi e verdi sono situazioni cliniche per le quali il ricorso al pronto soccorso ospedaliero è classificato come inappropriato. Ferrara ricalca la situazione nazionale, come emerge da una recente (15/7/10) analisi elaborata per l’Adnkronos Salute dalla Simeu (Società italiana medicina emergenza urgenza). Questo significa che 8 persone su 10 pur potendo rivolgersi al proprio medico di famiglia o alla guardia medica, finiscono invece per intasare il pronto soccorso a danno di chi ne ha realmente bisogno. Assicurando una continuità assistenziale in Giovecca con il progetto di Casa della Salute, dopo il trasferimento delle funzioni ospedaliere a Cona, si renderà un doppio servizio alla cittadinanza: il pronto soccorso (a Cona) verrà decongestionato e restituito con miglior efficienza alla funzione più propria, mentre gli abitanti della città avranno tutti i servizi sanitari per le situazioni non critiche (quelle di gran lunga più comuni) continuando a rivolgersi alle strutture di Giovecca sia di giorno che di notte.

* – consigliere comunale PD

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Scaricala.
Relazione del 2002 sulla piazza "sbrisulona": leggila.


  • Valentino Tavolazzi: Ing. Savini, come le ho scritto sei anni fa, saremmo ben lieti di pubblicare un intero suo articolo nel nostro sito, con la sua completa versione dei
  • Valentino Tavolazzi: Ing. Savini, come le ho scritto sei anni fa, saremmo ben lieti di pubblicare un intero suo articolo nel nostro sito, con la sua completa versione dei
  • vittorio savini: ,,,aggiungo inoltre che vi è stata un' ORDINANZA del tribunale di Ferrara (artt. 676 C.P.P.) n. 250/2016 del 2 novembre 2016 a firma del giudice Pier

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