24 Apr, 2009
Quadrante est: Ppf affianca i residenti nell’azione legale
Inserito da: PpF In: Ambiente e salute|Iniziative e organizzazione




di Valentino Tavolazzi
Progetto per Ferrara affianca i cittadini del quadrante est nell’azione legale in corso di approfondimento, tesa ad ottenere il risarcimento dei danni subiti dalla grave contaminazione ambientale del quartiere in cui vivono.
Le controparti che potrebbero essere chiamate in causa sono più d’una.
In primo luogo il Comune, che nel 1991 ha redatto il piano particolareggiato di iniziativa pubblica (a firma di Fedozzi, Mascellani, Pavani, Pozzati), approvato dal Consiglio comunale nel 1994. A pagina 2 della relazione geologica Edilgeo Castaldi, Martinucci del 1985, è chiaramente indicata l’esistenza della discarica Cogef, mentre a pagina 10 della medesima si legge: <<rifiuti solidi urbani immessi in falda>>, come riscontrato dai sondaggi n°3 e n°5. Alla delibera di Consiglio è seguita nel 1996 la convenzione tra il Comune e le società Cogef, Ginestra, Bonazzi-Ramerini, relativa a 184 alloggi destinati a 802 abitanti. Difficile comprendere come sia stato possibile autorizzare l’espansione abitativa in quell’area.
Il Comune potrebbe essere chiamato in causa anche per non aver provveduto alla immediata messa in sicurezza ed alla bonifica dei siti contaminati, pur essendo informato, fin dal giugno 2001, dell’esistenza dell’inquinamento e della sua propagazione nella falda. In quel periodo, a seguito dell’accertamento da parte dell’Arpa del superamento dei limiti di legge relativamente a Cvm, Tricloroetilene, Arsenico e Piombo nei pozzi 1,2,3 della discarica Cogef, sono stati disposti dal servizio ambiente i primi accertamenti per valutare l’entità della contaminazione. Benché nel 2005 la grave situazione fosse perfettamente chiara, nessun provvedimento di messa in sicurezza è stato assunto. Le indagini ambientali successive hanno confermato la contaminazione con livelli di inquinamento in falda mai riscontrati a Ferrara e la sua propagazione verso l’asilo di via del Salice, le mura ed il centro storico. Già nel 2005, in una assemblea con i residenti, il Comune consigliava di aerare gli ambienti, non usare acqua dei pozzi, non facilitare l’entrata in casa di vapori dal suolo.
Il Comune potrebbe inoltre essere chiamato a rispondere degli accordi con i costruttori Cogef, Parco, Edilprogram e Borgo Punta, in merito all’acquisizione delle aree-discariche e della conseguente liberazione delle aziende proprietarie da qualsiasi onere nella bonifica dei siti. Riguardo a questo punto è documentato che il Comune abbia contribuito all’ammasso dei rifiuti urbani nei siti inquinati e dunque sia identificabile come uno dei probabili responsabili dell’inquinamento. Tuttavia la legge prevede che in assenza di responsabile, anche i proprietari delle aree siano coinvolti nelle attività di bonifica. Tra i proprietari figura la Cassa di Risparmio di Ferrara, che ha venduto l’area a Cogef nel 1995, subito dopo l’approvazione del piano particolareggiato. Tra i responsabili dell’inquinamento potrebbero esserci anche soggetti attualmente ignoti, stante il fatto che tra i rifiuti ammassati sono presenti rifiuti tossico-nocivi di natura industriale petrolchimica.
Il risarcimento che potrebbero pretendere i residenti ed i proprietari delle abitazioni, riguarderebbe la svalutazione degli immobili e gli eventuali danni sanitari, biologici ed ambientali. Ma soprattutto PpF richiede fin d’ora l’immediata messa in sicurezza del sito, la rimozione dei rifiuti e la bonifica dell’intera area. Allo scopo si sta valutando anche il coinvolgimento del Ministero dell’Ambiente.
Valentino Tavolazzi