13 Apr, 2011
Referendum, grande prova di democrazia
Inserito da: PpF In: Iniziative e organizzazione|Sanità




Mancano due giorni alla grande prova di democrazia autogestita, mai vista prima a Ferrara. Un Referendum, dal punto di vista organizzativo, più esteso ed impegnativo di quello del 2007 su turbogas ed inceneritore. Avrebbero dovuto farlo da molti anni coloro che hanno deciso di costruire il nuovo ospedale nel fondo “della morte” a Cona e di chiudere il Sant’Anna ed il Pronto soccorso in città. Simone Merli, il Pd ed i partiti della maggioranza, insieme all’entourage medico satellitare, non sanno più con quali argomenti depotenziare l’iniziativa di consultazione dei cittadini, voluta e realizzata da Progetto per Ferrara/Movimento 5 Stelle e che fa tremare i polsi al Palazzo. Sostengono, con malcelato imbarazzo, che non si possono mantenere due ospedali, che il tempo di rientro dell’ambulanza non conta, che il referendum non è ufficiale, che il pronto soccorso senza ospedale non serve (benché Ppf chieda l’uno e l’altro), che l’ospedale non è come il fruttivendolo sotto casa, che l’iniziativa di Ppf è pura demagogia sulla pelle dei cittadini. E via con questi toni. Eppure conoscono perfettamente la verità.
Ogni anno al Pronto soccorso arrivano 80 mila accessi, di cui solo il 20% viene ricoverato. Quasi 65 mila richieste vengono risolte in giornata con il paziente che torna a casa. Una parte consistente di questi accessi si verifica nelle ore notturne e nei giorni festivi. Molti sono anziani. Gli strateghi della sanità ferrarese dichiarano che questo servizio di soccorso non sarà più disponibile in città. Tutti dovranno recarsi a Cona, che si tratti di una distorsione piuttosto che di una colica renale. E se il codice di ingresso sarà bianco o verde, qualora fossimo arrivati in ambulanza, dovremo pagarci anche il rientro a casa. Ciò riguarda almeno 80 mila potenziali utenti.
Il Sant’Anna eroga ogni anno altre 50 mila prestazioni in day hospital. Cittadini che ricevono in giornata risposte diagnostiche e terapeutiche ai loro problemi di salute. Gran parte di tali servizi saranno trasferiti a Cona. Anche cure importanti come chemioterapia e radioterapia non saranno più disponibili in città.
Quando i portoni dell’emergenza in Giovecca saranno sprangati, si allungheranno i tempi di soccorso per i residenti della città, di Barco, Ponte, Porotto, Cassana, Vigarano. Patologie come l’infarto, l’ictus, il trauma con emorragia, la grave insufficienza respiratoria, troveranno una risposta più lenta e l’accesso dei pazienti ai reparti specialistici sarà ritardato rispetto ad oggi.
La chiusura totale dei ricoveri in Giovecca metterà inoltre migliaia di familiari, badanti e volontari delle associazioni, nelle condizioni di assistere i pazienti anziani (per pasti, igiene personale, conforto) solo a Cona, in assenza di collegamenti adeguati e servizi pubblici degni di questo nome. Mentre al Sant’Anna sorgerà la clinica privata a pagamento, attorniata da splendide villette.
Tutto questo senza che la città sia mai stata consultata. Ricordo che Cona nacque alla fine degli anni ’80 per utilizzare un finanziamento statale di 80 miliardi di lire. Doveva essere l’integrazione e lo sviluppo del Sant’Anna. Nei primi anni 2000 chi governa Ferrara e la Regione decise di raddoppiarlo, senza risorse, e di chiudere il Sant’Anna. Hanno già speso 500 milioni di euro. Gran parte dei ferraresi non sa che l’ospedale in città chiuderà. La disinformazione e l’assenza di qualsiasi coinvolgimento è l’accusa più grave e fondata che ci sentiamo di fare a questa classe dirigente. Una responsabilità ancora più grande dell’incapacità dimostrata nella realizzazione del nuovo ospedale.
Modena ha due ospedali con Pronto soccorso, a 7 Km l’uno dall’altro. Il Policlinico in centro città, con Pronto soccorso appena ristrutturato, e Baggiovara costruito nel 2005 per rispondere alle necessità della Provincia. I ferraresi, a differenza delle rispettive classi dirigenti, non valgono meno dei modenesi e lo dimostreranno sabato e domenica partecipando in massa al referendum autogestito, per dire NO alla chiusura del Sant’Anna e del Pronto Soccorso in città.
Valentino Tavolazzi
Consigliere comunale Progetto per Ferrara
Movimento 5 Stelle