



di Valentino Tavolazzi
A nostro sommesso parere l’assessore Marattin farebbe meglio ad impiegare il suo tempo occupandosi di debito, derivato Dexia e tagli agli sprechi del Comune di Ferrara, temi sui quali non registriamo, ad un anno dalla sua nomina, alcun cambiamento. La sola innovazione introdotta consiste nel ridurre il debito, non creandone di nuovo e pagando regolarmente le rate di mutuo!. Tuttavia il tema acqua pubblica è importante e merita l’approfondimento degli argomenti di Marattin, talvolta inconsistenti e posti con ingiustificato piglio saccente.
- 1. Rilevanza economica. Sussiste anche per il servizio idrico integrato. Infatti la nostra proposta di modifica dello statuto (perdita di tempo secondo il poco documentato Marattin), non chiede che il servizio idrico venga dichiarato privo di rilevanza economica http://www.estense.com/?p=90167). Ma occorre ricordare che tale rilevanza non comporta necessariamente produzione di profitto, né distribuzione di dividendi a privati. La Corte Costituzionale, sentenza 26/11 stabilisce infatti che “attraverso l’abrogazione parziale del comma 1 dell’art. 154, e, in particolare, mediante l’eliminazione del riferimento al criterio della «adeguatezza della remunerazione del capitale investito», si persegue, chiaramente, la finalità di rendere estraneo alle logiche del profitto il governo e la gestione dell’acqua.” Inoltre “coessenziale alla nozione di “rilevanza” economica del servizio è la copertura dei costi (sentenza n. 325 del 2010), non già la remunerazione del capitale.”
- 2. Art. 117 Testo Unico EELL. Esso cita tra i criteri per la determinazione delle tariffa l’“adeguatezza della remunerazione del capitale investito, coerente con le prevalenti condizioni di mercato”. Non è stato abrogato dal referendum, ma è palesemente in contrasto con la volontà espressa dai cittadini italiani. Ciò comporta che il legislatore debba modificare la norma, insieme ad altre eventualmente in contrasto con l’esito della consultazione popolare. Sarebbe infatti impossibile promuovere nel nostro paese alcun referendum, se fosse imprescindibile rintracciare e citare nel quesito, tutte le norme esistenti nella giungla legislativa italiana, che abbiano attinenza con l’oggetto della consultazione.
- 3. Remunerazione del capitale investito. La definizione si riferisce sia al capitale proprio (soci) che di terzi (debito). E’ evidente che l’esito del referendum comporta che gli investimenti vengano finanziati dal pubblico (stato o regioni), con la fiscalità generale o di scopo. Lo hanno scelto i cittadini italiani.
- 4. Metodo tariffario in Emilia Romagna. La nostra regione applica il metodo introdotto dal DPGR 13.3.2006, n. 49 “Approvazione del metodo tariffario per la regolazione e la determinazione della tariffa del Servizio Idrico Integrato in Emilia-Romagna” (successivamente aggiornato con il DPGR n. 274/2007). Esso stabilisce che il capitale investito si compone di capitale iniziale (fino all’entrata in vigore del nuovo metodo e remunerato dagli accordi preesistenti con gli Ato), e capitale successivo, al quale si applica l’IRS più il margine 2,39%, come ricorda Marattin, con una informazione incompleta.
- 5. Autorità di regolamentazione. Per noi é una necessità. Ma anch’essa dovrà adeguarsi alla volontà popolare. In altri termini, per quanto attiene le tariffe, non potrà includere la remunerazione del capitale investito. Vedere punto 3.
- 6. Investimenti necessari e responsabilità politica. Se è vera la previsione di Coviri, i 70 miliardi li pagherebbero comunque i cittadini, tanto con gestore privato, quanto con gestore pubblico, con buona pace di Marattin. Qualsiasi azienda privata, infatti, vuole recuperare con la tariffa sia gli investimenti, che il profitto atteso. Il gestore pubblico, invece, può rinunciare al profitto. Hera, gestore privato quotato in borsa, a capitale maggioritario pubblico, distribuisce regolarmente ad investitori privati, dividendi generati dalle tariffe pagate con le nostre bollette. Anche per l’acqua. Dunque a parità di efficienza, il gestore pubblico garantirebbe maggiore equità sociale. A Ferrara il Cadf potrebbe diventare gestore unico pubblico. Ce la farà mai il Pd a decidere a favore dei ferraresi e in danno ad Hera?
Valentino Tavolazzi
Consigliere comunale Ppf
Movimento Cinque Stelle