



di Paolo Giardini
vorrei far notare ai lettori che i primi sei capoversi della “Lettera di cattolici a sostegno di Tagliani” pubblicata il 4 giugno sono sottoscrivibili anche da me e dagli altri cattolici militanti in Progetto per Ferrara. Il resto, ovviamente, no, per coerenza con quei motivi ispiratori.
La lettera ricalca lo schema sinottico riscontrato nella recente profusione di invii ai media da parte di categorie di persone a vario titolo “influenti”: una prime parte condivisibile su preoccupanti argomenti generali, la chiamata alla responsabilità, seguita dall’invito a votare una persona brava, buona e seria. Ma sorvolando sul suo passato politico, appartenente al sistema di potere inetto e parassitario che ha ridotto Ferrara allo stato comatoso attuale. Non è irrilevante che l’avvocato Tagliani da vicesindaco abbia curato in prima persona la vendita di Agea ad Hera S.p.A. depauperando la città di dotazioni comunali frutto dell’apporto di più generazioni, di un pezzo di libertà comunale e di una cospicua fonte di reddito.
Che cultura civica! Il Comune è più povero di prima e le risorse locali danno utili ad una società forestiera quotata in borsa! Se oggi i cittadini hanno più a che fare con Hera che col Comune è merito del Tagliani che, non pago della nefandezza, vuole completare l’opera cedendo ad Hera anche la piena proprietà delle reti. Una modalità operativa alla Quisling. Dov’era Tagliani quando il Palazzo ci ha surrettiziamente imposto due turbogas a due chilometri dal Castello? Dentro il Palazzo stesso! E la volontà gassificatrice di quantità industriali di rifiuti a dispetto della logica, della salute, delle leggi europee, del buon senso, quale argine ha trovato nel Tagliani assiso su scranni di potere? Fermiamoci qui, che la lista delle aberrazioni è lunga. Ma c’è un particolare che i tanti amici cattolici sottoscrittori pro Tagliani dimenticano: etica e cattolicità sono parole vane quando ridotte ad un mero senso di appartenenza parrocchiale. La Dottrina Sociale della Chiesa dà indicazioni chiare sulla tutela dell’ambiente, i cattolici dovrebbero perlomeno prenderne atto, dato che l’immediato futuro della nostra civiltà, e quindi l’oggetto della politica di oggi è, e può essere solo, ambientalista. Passi che non lo faccia Tagliani, dati i precedenti e la sua incultura d’antan, ma voi sottoscrittori siete esonerati dal conoscere il magistero della Chiesa? Sappiate allora, cari cattolici, che a Ferrara c’è solo una lista civica aderente a tali principi: Progetto per Ferrara, che in aprile ha inviato una lettera a tutte le parrocchie del comune spiegando come stanno le cose. I vostri Parroci non ve l’hanno mostrata? Mi risulta però che è stata mostrata a Tagliani, che non ci ha capito niente. Per rimediare al vuoto informativo, allego in calce alla presente la parte conclusiva di quella lettera, estratta dalla Dottrina Sociale della Chiesa.
Concludo ricordando agli amici sottoscrittori che la prima lista pro Tagliani presente sulla scheda elettorale sarà, giustamente, quella della compagine politica più fieramente avversaria della Chiesa. Come cattolico non troverei irrilevante il dettaglio anche se non credessi alla necessità di una politica preminentemente orientata alla salvaguardia dell’ambiente (quindi anti PD). Mi pare ragionevole che sia così pure per tanti altri cattolici consapevoli. Invito cordialmente gli amici sottoscrittori di quella lettera a fare un serio esame di coscienza. Votate Progetto per Ferrara! E’ l’unica lista che pensa davvero ai vostri figli.
Paolo Giardini
Progetto per Ferrara
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COMPENDIO DELLA DOTTRINA SOCIALE DELLA CHIESA
a) L’ambiente, un bene collettivo
466 La tutela dell’ambiente costituisce una sfida per l’umanità intera: si tratta del dovere, comune e universale, di rispettare un bene collettivo,979 destinato a tutti, impedendo che si possa fare « impunemente uso delle diverse categorie di esseri, viventi o inanimati – animali, piante, elementi naturali – come si vuole, a seconda delle proprie esigenze ».980
469 Le autorità chiamate a prendere decisioni per fronteggiare rischi sanitari ed ambientali talvolta si trovano di fronte a situazioni nelle quali i dati scientifici disponibili sono contradditori oppure quantitativamente scarsi: può essere opportuna allora una valutazione ispirata dal « principio di precauzione », che non comporta una regola da applicare, bensì un orientamento volto a gestire situazioni di incertezza.
470 La programmazione dello sviluppo economico deve considerare attentamente « la necessità di rispettare l’integrità e i ritmi della natura »,989 poiché le risorse naturali sono limitate e alcune non sono rinnovabili. L’attuale ritmo di sfruttamento compromette seriamente la disponibilità di alcune risorse naturali per il tempo presente e per il futuro.990 La soluzione del problema ecologico richiede che l’attività economica rispetti maggiormente l’ambiente, conciliando le esigenze dello sviluppo economico con quelle della protezione ambientale. Ogni attività economica che si avvalga delle risorse naturali deve anche preoccuparsi della salvaguardia dell’ambiente e prevederne i costi, che sono da considerare come « una voce essenziale dei costi dell’attività economica ».991
Un’economia rispettosa dell’ambiente non perseguirà unicamente l’obiettivo della massimizzazione del profitto, perché la protezione ambientale non può essere assicurata solo sulla base del calcolo finanziario di costi e benefici. L’ambiente è uno di quei beni che i meccanismi del mercato non sono in grado di difendere o di promuovere adeguatamente.