



di Paolo Giardini
Lettera non pubblicata da Carlino e La Nuova
“… e qui c’è stato l’applauso più forte.”
La frase è in un articolo titolato “Riconquistata la nostra gente”, scritto da un giornalista imperturbabile come un notaio nel riportare quanto succedeva e si diceva alla sala Estense qualche sera fa. L’applauso che descrive è quello scatenato dalle parole della neopresidentessa della Provincia: “ … questa storia della continuità comincia a rompere… Il nostro risultato deriva anche da 63 anni di buon governo del territorio”.
Bisogna riconoscere che i pubblicitari elettorali sono stati corretti: per la provincia hanno puntato tutto sul volto nuovo. Mai menzionato il cervello. D’altronde, senza cercare il pelo nell’uovo, è vero o non è vero che la nostra provincia in 63 anni l’hanno sempre tenuta fra il Reno e il Po senza spostarla di un metro? E la nostra tradizione di terra bonifica? Conservata. Con anche qualche variante innovativa: dalle parti di Cona un terreno non tanto solido è stato rinforzato per ettari con fondamenta e pali profondi, in qualche decennio sarà riempito di fondamenta. Poi ci sono luoghi pericolosi da coltivare per le porcherie sotterranee che potrebbero inquinare le piante. Si è posto rimedio piazzandoci sopra case e strade, così di fagioli avvelenati lì non ne farà crescere nessuno.
In Italia occorrono in genere nervi d’acciaio per riferire di “buon governo del territorio” escludendo l’Alto Adige. Ma a Ferrara non bastano, occorrono di ghisa sferoidale. Se il giornalista dai nervi metallici non si è inventato tutto (non credo proprio, è una persona seria), bisogna che quel Beppe Grillo, della cui propaganda il buon Tagliani nello stesso articolo si lamenta, venga più spesso ad esibirsi da noi: ci sono troppe difficoltà a comprendere battute da Franchi e Ingrassia quando mancano le risate a comando. Non si spiega altrimenti il titolo dell’articolo, tratto da una frase del sempre buon Tagliani, con cui desiderava certamente divertire l’uditorio. Invece ha strappato applausi compiaciuti, indipendentemente dal fatto che “la nostra gente”, devota e fedele, notoriamente pronta ad andare a votare PD anche con le scosse telluriche, ha bisogno di tutto fuorché di “essere riconquistata”. E’ tutta l’altra gente che, se non ha votato contro di lui, non è neppure andata a votare. Ma questa è un’altra questione. Prima o poi, si scoprirà che tutto quello che c’è di bello in città è quanto rimasto dai secoli passati. Fosse visibile solo quanto è stato fatto negli ultimi 63 anni, non ci sarebbe la città dei silenzi e vuoti ispiratori della pittura metafisica. Apparirebbe la città contemporanea per quello che è: la spoglia città del vuoto dell’anima. Che anche per allestire grandi eventi deve comprare quasi tutto fuori città.
Paolo Giardini
Progetto per Ferrara