



di Liana Saiani
Con riferimento all’ intervento del Presidente Confesercenti Provinciale uscito sulla stampa locale sabato 1° Maggio 2010 vorrei esprimere alcune mie considerazioni e sottolineare che chiunque scelga una professione o un’attività lo fa ben consapevole degli impegni e degli oneri che questo comporta. D’altro canto chi ha deciso di fare il giornalista, il ristoratore, il medico o qualsiasi altra professione deve conoscere ed accettare quelle che sono le condizioni che queste professioni richiedono e non per questo gli altri debbono adeguarsi ai loro standard.
Ritengo improprio richiedere aperture “straordinarie” festive come soluzione di problemi economici, e non solo, di cui soffre oggi il commercio a Ferrara. Quest’anno il 1° Maggio, come circa ogni sette anni accade, è caduto di sabato arrecando alle casse dei negozi un significativo ammanco. Forse dovremmo chiederci come mai non si riesca ad ammortizzare una simile situazione senza disturbare e mettere in discussione i significati che ognuno può dare al 1° Maggio e al giusto riposo settimanale piuttosto che tirare in ballo estemporanee aperture festive.
Non aprire il commercio nei giorni di festa, se non quello di servizio espressamente nato per questo scopo, non significa essere arcaici. Anzi, la civiltà e il progresso passano anche attraverso la dignità di tutti i lavoratori-cittadini e non attraverso l’esasperazione del consumo. Inoltre, a mio avviso diventare “piano piano” città turistica non significa necessariamente diventare una città commercialmente aperta 24 ore tutti i giorni. Il turista-cittadino dovrebbe riuscire ad apprezzare attività che non siano necessariamente quelle che lo vedono confinato nel perenne ruolo di “consumatore “ di beni sempre e a tutti i costi.
Mi auguro che il turista a Ferrara, nei giorni festivi, possa trovare qualcosa di più interessante che non fare shopping e che lo stesso cittadino ferrarese possa usufruire di valide attività alternative. Quindi cerchi l’ amministrazione di organizzare e favorire eventi all’altezza, di far scoprire una città dignitosa, pulita e fruibile semmai implementando servizi adeguati ai tempi visto che già possiamo avvalerci di un contesto architettonico e artistico, se curato e manutenuto, di pregevole ed inarrivabile bellezza.
Quindi sì al turismo e al suo ampliamento se strutturato ed integrato con il resto delle attività produttive e del terziario presenti in città, no al turismo se vissuto per soli fini di futile e passeggera demagogia come unica strada di possibile sviluppo: per Ferrara sarebbe un ulteriore flop probabilmente senza possibilità di ritorno se non in tempi lunghissimi.
Vorrei chiudere dichiarando: 1) che sono una commerciante del centro cittadino che cerca di vivere onestamente del proprio lavoro mettendo a disposizione dei clienti, siano essi cittadini di Ferrara, turisti, o cittadini del mondo comunque operanti od occasionalmente presenti nel centro città, la professionalità e lo spirito di servizio mia e degli operatori alle mie dipendenze: 2) che sono inoltre pienamente consapevole del fatto che il fatturato fornito alle mie attività dal turismo è una parte importante del totale, ma è pur sempre risibile rispetto a quanto dovuto al quotidiano lavorio che in Ferrara si sviluppa durante la settimana lavorativa, con conseguente costante presenza di potenziali e reali clienti.
L’unione imprescindibile tra turismo e attività quotidiana della città durante tutta la settimana è la strada da seguire per una città capoluogo di provincia come Ferrara.
Liana Saiani, La Terra dell’Orso – E natura