



Comune di Ferrara
Gruppo consigliare Progetto per ferrara
Ferrara 2 marzo 2010
Al Presidente del
Consiglio Comunale
di Ferrara
OGGETTO: Risoluzione Cona/Sant’Anna
Il Consiglio Comunale di Ferrara
Premesso che
- · Sono passati vent’anni da quando Papa Giovanni Paolo II posò la prima pietra nella valle “ Della Morte” e da allora i ferraresi attendono l’apertura del nuovo ospedale.
- · Scelte sbagliate, incapacità tecniche, errori di gestione, procedure d’appalto illegittime (leasing), promesse mancate da Inail e Regione Emilia Romagna, hanno fatto di Cona il più grande scandalo della sanità nazionale.
- · L’ospedale Umberto I di Mestre, ritenuto tra i più belli d’Europa, più premiato dall’Unione europea, l’unico con la stazione metropolitana di superficie nella hall, raggiungibile in bus, in treno, in auto e in bicicletta, è stato costruito in quattro anni.
- · Nel 2002 l’assessore regionale alla sanità Bissoni, l’ex sindaco Gaetano Sateriale ed il suo vice Tiziano Tagliani, in assenza di risorse finanziarie adeguate, decidevano l’affossamento del Sant’Anna ed il raddoppio di Cona.
- · L’autorità per la vigilanza dei lavori pubblici, con delibera del 4.12.2002, sanciva l’estemporaneità e l’illegittimità della procedura di leasing, scelta dall’azienda ospedaliera e sostenuta dal Comune, per l’affidamento dei lavori.
- · Il nuovo ospedale di Cona doveva accogliere il primo malato entro il 2003, impegno assunto dall’ex sindaco Gaetano Sateriale in Consiglio comunale nel 2000!
- · Nel 2003 il sindaco Gaetano Sateriale affermava che “è obiettivo del Comune”, condiviso dalla Regione e dall’Azienda ospedaliera, fare tutto il possibile per completare l’ospedale entro il 2004 e che la scelta del global service “va nella direzione” di rendere possibili questi tempi.
- · A pochi giorni dalle elezioni del 2004, con l’ennesimo colpo di teatro, l’ex sindaco Gaetano Sateriale annunciava l’apertura di Cona 1 entro il 2005 ed il completamento di Cona 2 entro il 2007. Ma il cantiere si trovava ancora al punto in cui l’avevano lasciato Giovanni Donigaglia e la Coopcostruttori, dopo il leasing stroncato dall’Authority dei lavori pubblici e dopo ben due anni impiegati per indire una regolare gara d’appalto.
- · Il cantiere è stato successivamente affidato al raggruppamento di imprese capitanato dal Consorzio Cooperative Costruzioni di Bologna, facente parte della Lega delle Cooperative, autore dell’unica offerta esaminata dalla commissione di gara. Fanno parte del raggruppamento di imprese, oggetto di indagine, diverse aziende ferraresi.
- · Successivamente all’affidamento si sono verificati incrementi di spesa derivanti dall’adeguamento sismico delle strutture e da altre varianti, di cui non è ancora noto l’esito economico.
- · L’importo finale dell’investimento complessivo non è noto, viabilità e metropolitana di superficie sono in alto mare, così come non è certa la data di ingresso del primo malato.
- · Esiste il rischio di una enorme speculazione immobiliare nell’area dell’attuale Sant’anna, nel cuore della città (uffici, villette, negozi, case di cura private).
Considerato che
- · L’incredibile vicenda di Cona è costellata da gravi errori di progettazione, valutazioni errate delle procedure di appalto, elevato turnover dei dirigenti incaricati (Bregna, Bergonzoni, Piepoli, Montaguti), inaffidabili stime del fabbisogno finanziario dell’investimento, evidente incapacità della classe politica di gestire complessivamente l’operazione.
- · La scelta del sito nel quale costruire ha imposto alla collettività pesanti oneri per evitare che i fabbricati “galleggiassero”, con riferimento alle opere di fondazione ed alle strutture idrauliche per il contenimento e l’evacuazione delle acque meteoriche.
- · Il progetto è caratterizzato dall’obsoleto ed inefficiente sviluppo in pianta, imposto dall’insufficiente portanza dei terreni, con conseguente destinazione di ampie superfici ai collegamenti tra i diversi corpi di fabbrica ed ai servizi. Ripetuti rimaneggiamenti hanno comportato la demolizione di parti già realizzate; modifiche della localizzazione delle cliniche, dell’accesso del pubblico, della distribuzione di diverse funzioni, della viabilità, con gli svincoli sulla superstrada e la bretella via Comacchio-via Palmirano trasformati da accessi di servizio ad ingressi principali, ecc…ecc…
- · Riguardo alle indagini, la giustizia farà il suo corso e va ribadito che nessuno è colpevole fino a condanna definitiva. Tuttavia le indagini sull’appalto di Cona, pessimo esempio di cattiva gestione degli investimenti sanitari, impone una seria riflessione politica. L’ex sindaco Gaetano Sateriale e l’assessore regionale alla sanità Bissoni, nella conferenza sanitaria del 2002, avevano dichiarato “Adesso Cona lo garantiamo noi”, a nome della maggioranza che governa Comune e Regione. Ed è molto chiaro ai cittadini che chi doveva, non è stato in grado di garantire il completamento del progetto in tempi certi, ma non è altrettanto chiaro chi ne abbia beneficiato, chi abbia pagato per gli errori o chi pagherà il conto di vent’anni di disagi sopportati dai cittadini, per un’assistenza sanitaria inadeguata nel vecchio ospedale Sant’anna lasciato cadere a pezzi.
- · Per i suddetti motivi Regione, Azienda ospedaliera, Università, Comune e Provincia, partiti di maggioranza, Pd in prima fila, dovrebbero pronunciarsi sulle responsabilità politiche e tecniche alla base di tale disastro, adottare adeguati provvedimenti e chiedere scusa ai ferraresi.
- · Il sindaco Tiziano Tagliani, già presidente della commissione regionale sanità, il presidente della regione Vasco Errani, il suo braccio destro Alfredo Bertelli, il consigliere regionale ricandidato dal Pd Roberto Montanari avrebbero dovuto loro proporre la convocazione di un consiglio straordinario per informare i cittadini su quanto accaduto.
Ritenuto che
- · Il diritto alla salute sia inalienabile.
- · La prevenzione e l’educazione sanitaria vengano prima della cura. La ricerche in merito ci dicono che un euro speso in prevenzione consente di risparmiare 10 euro in cure. L’assistenza sanitaria deve favorire in primo luogo la prevenzione.
- · La migliore assistenza sanitaria possibile si realizza in primo luogo con le buone politiche per l’ambiente e per la salute.
- · Le competenti autorità sanitarie debbano realizzare adeguate campagne epidemiologiche tese ad accertare l’incidenza delle principali patologie, le relazioni causa-effetto tra queste e gli inquinanti presenti nelle matrici ambientali, le principali fonti di inquinamento.
- · Vadano potenziati i servizi sanitari territoriali. L’assistenza sanitaria deve essere organizzata nel territorio, vicino a chi ne ha bisogno (meno ospedalizzazione), accessibile ed economica, per fare prevenzione, sanità di base e di primo livello.
- · La salute venga prima dell’economia e ciò debba comportare meno aziendalizzazione, meno deriva “bocconiana” e lo stop a direttori generali monocratici nominati dalla politica. E’ un errore puntare tutto sull’ospedalizzazione e ancor peggio sull’aziendalizzazione. Le aziende sanitarie oggi operano spesso al di fuori di ogni controllo democratico, gli Enti locali sono emarginati e le nomine dirigenziali sono troppo legate a riconoscimenti partitici. L’impostazione attuale va modificata, per reintrodurre nel sistema sanitario quei valori di servizio sociale, oggi sottomessi alla logica d’impresa.
- · Si debba perseguire la giusta integrazione tra pubblico e privato nell’erogazione dei servizi sanitari, a condizione che la “governance” del sistema (politiche, concessioni, accreditamenti, tariffe, liste di attesa, agevolazioni, controllo della qualità) sia esclusivamente pubblica.
- · Ferrara sia caratterizzata da un forte invecchiamento della popolazione. Un cittadino su quattro ha più di 65 anni. La stragrande maggioranza dei ferraresi vive nel centro storico o in prossimità di esso. Sarebbe pertanto grave la scelta di portare tutta l’assistenza ospedaliera a Cona, sottraendo alla città il proprio ospedale storico e non corrispondendo ai bisogni degli anziani residenti nel centro storico o nelle vicinanze di esso. Bologna, Modena, Reggio, Parma, Firenze, hanno ospedali storici efficienti in centro, pur avendo realizzato nuovi ospedali fuori città.
- · Oggi il malato, specie se anziano o cronico, sia troppe volte lasciato solo nel reperire risposte, spesso offerte da RSA e/o case di riposo private, a fronte di pesanti rette poste a carico della famiglia, nonostante il d.lgs. 130/00, disapplicato dal Comune, lo vieti esplicitamente.
Impegna il Sindaco e la Giunta a
- · Ultimare nel più breve tempo possibile il nuovo ospedale di Cona, ai più alti livelli di eccellenza, sia riguardo alle prestazioni sanitarie e di servizio, che per quanto attiene alle modalità di accesso (infrastrutture di trasporto adeguate, frequenze dei mezzi pubblici idonee, parcheggi gratuiti).
Fornire al riguardo al consiglio comunale il calendario delle consegne, con particolare riferimento all’inizio dei ricoveri ed alla piena disponibilità delle infrastrutture.
- · Mantenere l’attuale ospedale Sant’Anna operativo ad elevati livelli di qualità per l’erogazione delle seguenti prestazioni sanitarie: emergenza (completa delle unità necessarie), day hospital, visite ambulatoriali, diagnostica, chirurgia ambulatoriale, terapie intensive e non (chemioterapia, radioterapia, dialisi, altre).
- · Mantenere attive presso l’attuale ospedale Sant’Anna ogni altra prestazioni sanitaria che non richieda ricovero.
- · Utilizzare le volumetrie residue per funzioni esclusivamente di pubblico servizio.
- · Agire in tutte le sedi e le forme possibili (compresa la mobilitazione popolare) in seno alla conferenza sanitaria e nei confronti della Regione, per ottenere la revisione dei piani sanitari nel direzione sopra indicata e per finalizzare coerentemente le poste di bilancio regionale.
- · Chiedere alla Regione di garantire gli investimenti necessari all’adeguamento del Sant’Anna per gli scopi sopra esposti e di destinare parte delle strutture di Cona, eventualmente sovra dimensionate, ad altre funzioni (per esempio universitarie).
Valentino Tavolazzi
Consigliere comunale Ppf