24 Feb, 2010
Risoluzione Hera presentata nel Consiglio straordinario del 22-02-2010
Inserito da: PpF In: Risoluzione




Ferrara 22 febbraio 2010
Presidente del
Consiglio Comunale
di Ferrara
OGGETTO: Risoluzione Hera
Il Consiglio Comunale di Ferrara
Premesso che
· L’ex sindaco di Bologna Flavio Delbono alla fine del 2009 ha convocato con urgenza ed incontrato il presidente di Hera Tomaso Tommasi di Vignano per avere informazioni sui rapporti tra la multiutility e la Scr, società fiduciaria campana ritenuta legata alla famiglia di Nicola Cosentino, il sottosegretario di cui la magistratura napoletana ha chiesto l’arresto per concorso esterno in associazione mafiosa, in quanto considerato vicino ai camorristi del clan dei Casalesi.
· La vicenda ruota attorno alla centrale elettrica di Sparanise (Caserta), considerata una sorta di gallina dalle uova d’oro della famiglia Cosentino, e a Hera Comm Mediterranea, una società che appartiene per il 49,99% a Scr e per il 51,01 a Hera Comm, controllata al 100% da Hera. Nel consiglio di Hera Comm Med, in quota Scr, sedeva Giovanni Cosentino, fratello di Nicola, secondo la ricostruzione fatta dall’Espresso e da Il Fatto Quotidiano. Hera Comm Med ricava ogni anno circa 50 milioni di euro dalla vendita del 10% dell’energia prodotta dalla discussa centrale del Casertano.
- · Un gruppo di associazioni bolognesi legate alla sinistra ha attaccato nei mesi scorsi Hera, dichiarando che: «Di pubblico non ha più nulla, se non i soci di maggioranza». Secondo Ivan Cicconi, esperto di contratti pubblici incaricato dal Movimento 5 stelle Emilia Romagna, la partecipazione in Hera Comm Med viola «le norme antimafia e le procedure di evidenza pubblica». Hera in un successivo comunicato ha negato che la sua partecipazione violi le norme antimafia e le procedure di evidenza pubblica e dichiarato che «continuerà a seguire con attenzione l’ evoluzione dei fatti, come sempre, secondo una linea di trasparenza e correttezza».
Considerato che
relazione del 2009 dell’Associazione nazionale autorità ed enti di ambito (ANEA), intitolata “I servizi idrici a 15 anni dalla riforma” si legge: “La riforma ha affidato un ruolo centrale agli ATO nella riorganizzazione dei servizi idrici. In particolare, viene loro affidato il compito di programmare gli investimenti, determinare la tariffa e controllare la realizzazione degli interventi e il raggiungimento dei livelli di servizio che il gestore deve assicurare all’utente, nonché la corretta applicazione della tariffa. In queste attività si sostanzia il compito di regolazione locale affidato agli ATO, chiamati quindi a disciplinare quasi interamente l’attività del gestore. Ciò da un lato è funzionale ad adattare la regolazione alle esigenze locali, ma dall’altro lato rischia di indebolire la regolazione, se non è attuata con sufficiente indipendenza. Un simile schema di regolazione presenta numerosi punti deboli, fra cui il principale è sicuramente quello del conflitto di interessi che sorge nel caso di affidamento diretto a società interamente pubblica o mista. Gli ATO sono infatti espressione diretta dei Comuni, che provvedono a nominarne gli amministratori e ne approvano e condizionano le decisioni. Gli stessi Comuni poi sono anche soci del gestore, nelle cui vesti tendono ovviamente a rappresentarne gli interessi. In queste circostanze, l’attività di regolazione degli ATO non può essere svolta con la sufficiente indipendenza. Tale assenza di indipendenza è particolarmente critica e rischia di compromettere l’intera attività di regolazione. Il “cortocircuito istituzionale” che si viene a creare amplifica le probabilità di “cattura” del regolatore, sia da parte dei politici che da parte del gestore, a danno degli utenti.”
· Gli assetti aziendali tipici delle principali multiutilties, creano una situazione conflittuale per l’ente pubblico, che da un lato è chiamato a garantire gli interessi dei cittadini e della collettività (tariffe basse, qualità dei servizi alta) e dall’altro, come socio e proprietario di azioni della spa che gestisce i servizi, trae vantaggio dalle decisioni aziendali (aumento tariffe, tagli ai costi dei servizi) che possono danneggiare i cittadini, ma procurano un aumento dei dividendi e del valore delle azioni in Borsa; nella sostanza gli utili delle multiutilities servono prioritariamente per remunerare il capitale degli investitori pubblici e privati, a scapito del miglioramento dei servizi e della riduzione delle tariffe.
· A Ferrara quella che Ppf giudica una “dissennata” politica di gestione del patrimonio comunale e dei servizi pubblici, ha “regalato” ad Hera pezzi importanti dei beni comuni dei ferraresi, non garantendo al tempo stesso il controllo, la qualità e la competitività delle tariffe dei servizi erogati; al contrario quelle scelte hanno consentito all’azienda di attuare politiche aziendali contrarie all’interesse dei cittadini (basti citare lo sviluppo dell’incenerimento dei rifiuti, pratica dannosa per l’ambiente e la salute), non portatrici di nuovi posti di lavoro, ed inoltre di rafforzare la propria posizione dominante nei servizi del gas, dell’acqua e della pubblica illuminazione.
· Tale situazione anomala, nella quale chi dovrebbe essere indirizzato e controllato, in realtà decide le scelte nei servizi pubblici e le attua, ha affossato per decenni politiche virtuose di riduzione dei rifiuti, di raccolta differenziata porta a porta, di riciclo e riuso dei materiali, di risparmio energetico, di creazione di nuove attività ed aziende operanti nei settori suddetti e del conseguente incremento dell’occupazione per migliaia di nuovi posti che sarebbero stati creati dallo sviluppo di nuove iniziative imprenditoriali nella green economy.
· La posizione dominante di Hera, le ha consentito di assumere posizioni arroganti nei confronti delle istituzioni, detentrici di quote di capitale azionario della società e concessionarie dei servizi pubblici ad essa affidati; al punto tale che l’azienda ha trascinato nei tribunali non solo semplici cittadini ferraresi, ma anche le stesse istituzioni, allo scopo di realizzare obbiettivi economici ed imprenditoriali palesemente in contrasto con l’interesse dei cittadini: nel 2004 ha querelato e citato in giudizio per danni, uscendone soccombente, il sottoscritto, per gli interventi sulla stampa contro le emissioni dell’inceneritore di via Conchetta, poi chiuso nel 2005; nel 2007 ha trascinato innanzi al TAR Comune e Provincia per modificare l’AIA dell’inceneritore triplicato di via Diana, ventilando una causa per il risarcimento di danni ingenti, anche contro singoli cittadini; di recente Hera ha presentato un nuovo ricorso innanzi al TAR per aumentare i volumi dei rifiuti destinati all’incenerimento nell’impianto di via Diana; nell’agosto del 2009 ha smantellato il laboratorio analisi acque di Pontelagoscuro, in aperto contrasto con le determinazioni precedentemente, e più volte, assunte da Comune e Provincia; nel periodo tra il 2008 ed il 2012 ha preteso ed ottenuto un aumento delle tariffe del servizio idrico mediamente del 5% annuo, con un costo per i cittadini tra i più elevati nel paese ed una qualità dell’acqua ritenuta, da associazioni terze, tra le peggiori; per il 2010 Hera chiede un aumento della Tia del 1,5%.
· Il citato disinteresse di Hera per gli interessi della collettività ferrarese, si sostanzia anche nella scissione e nello smembramento delle cosiddette SOT (assemblea straordinaria di Hera del 21.10.09), le società territoriali che avrebbero dovuto garantire il legame con il territorio e che costituivano, al momento della fusione per incorporazione di Agea da parte di Hera (2005), la garanzia che sarebbe stato possibile esercitare a Ferrara un indirizzo ed un controllo sull’erogazione dei servizi pubblici da parte di Hera. La chiusura delle SOT, pertanto, accentua quella centralizzazione della gestione che è stata la principale causa del disservizio avvertito da tanti concittadini negli ultimi quattro anni.
· Tale situazione di difficoltà nella gestione dei rapporti con il concessionario dei servizi pubblici locali, da parte della maggioranza che governa della città, ha determinato pesanti ripercussioni sulla popolazione, in termini di qualità dei servizi, ma soprattutto di costo dei medesimi per assenza di controllo e di concorrenza, oltre all’inevitabile ricaduta negativa sui conti del bilancio comunale, per minori entrate e maggiori spese derivanti dai contratti di servizio sbilanciati a favore dell’azienda, oltre che per l’immobilismo caratterizzante la gestione dell’immenso debito pubblico, a causa del congelamento di cinquanta milioni di euro della collettività, in esigue quote assolutamente inutili, del capitale azionario di Hera.
· Il rapporto tra Hera ed i cittadini utenti è difficile e insoddisfacente, come si evince dalle numerose lamentele pubblicate sulla stampa locale che segnalano allungamento della risposta per i servizi individuali a prezzi elevati, atti unilaterali (domiciliazione automatica bollette, fatturazione presuntiva, comunicazione di conguagli altissimi ecc.), tariffe di acqua e rifiuti tra le più alte della Regione, tariffe del teleriscaldamento in scandaloso aumento e fuori da ogni controllo.
Preso atto che
Laboratorio di Pontelagoscuro
· Il documento votato all’unanimità il 31.8 dal consiglio comunale recita: “…questo consiglio riteneva e ritiene essenziale la permanenza di un presidio non solo tecnologico, ma anche di personale qualificato, come è l’attuale, non limitato alle sole operazione di prelievo e di controllo strumentale, ma finalizzato anche alla tempestiva valutazione del processo, così da garantire al massimo grado la tempestività degli interventi nei casi in cui si rilevino anomalie, in funzione dell’obbiettivo condiviso della migliore qualità dell’acqua destinata ai cittadini”; l’impegno del sindaco era di “chiedere formalmente ad Hera la sospensione del processo di trasferimento, anche in forza della nuova normativa regionale, e di adoperarsi per correggere il percorso già avviato di ristrutturazione”.
· Hera Spa ha proceduto ugualmente alla chiusura del laboratorio analisi acque di Pontelagoscuro, nell’ambito di un progetto di aggregazione di tutte le attività di controllo a Bologna (Acque potabili, Acque reflue, Microbiologia), Ravenna (Rifiuti speciali, Pericolosi, Liquidi, Terreni e Compost), Forlì (Rifiuti solidi, Fanghi, Diossine, Emissioni in atmosfera).
· Tale decisione è stata assunta unilateralmente da parte dell’azienda e strategicamente messa in atto nel cuore dell’estate e successivamente, dopo l’insediamento della nuova amministrazione; la decisione di Hera, in quanto holding società per azioni quotata in borsa, deve tener conto d’interessi economici e di mercato, con specifico riferimento alla economicità d’esercizio ed alla massimizzazione del profitto, ma non necessariamente degli interessi dei cittadini.
· Non è più garantito il diritto dei ferraresi di avere controlli certi e tempestivi sulla qualità dell’acqua potabile e sulla capacità di interventi rapidi in caso di emergenza; inoltre il sindaco ha consentito che venisse indebolita la possibilità futura, da parte della comunità locale, di riprendere la gestione diretta del ciclo idrico integrato (scelta compiuta di recente dal Comune di Parigi).
Servizio neve
· Nella notte tra venerdì 18 e sabato 19 dicembre 2009 nella città si è verificata un’abbondante nevicata, adeguatamente segnalata e prevista dai servizi di allertamento meteorologico della Protezione Civile; la viabilità nel centro e nelle frazioni è rimasta pesantemente compromessa per alcuni giorni, provocando disagi, incidenti a ripetizione ed intasamento del pronto soccorso cittadino, con infortuni anche molto gravi.
· Sia a mezzo stampa che direttamente, numerosi cittadini hanno espresso lamentele per come l’Amministrazione ha fronteggiato la situazione; esse meritano adeguata risposta dall’Amministrazione, che deve altresì fornire al consiglio comunale rassicurazioni circa i provvedimenti che sindaco e giunta intendono adottare, allo scopo di fronteggiare future analoghe situazioni meteorologiche.
Servizio illuminazione pubblica
· Nel bilancio preventivo 2010 sono stati stanziati circa 5,7 milioni di euro quale corrispettivo ad Hera per la fornitura del servizio di pubblica illuminazione, segnaletica luminosa ed impianti semaforici; nel 2009 la spesa impegnata per il suddetto servizio era stata di 5,7 milioni di euro, di cui circa 5,4 milioni destinati all’illuminazione pubblica, erogata con 25.224 punti luce e con una spesa di circa 213 euro/anno a punto luce; scorporando la quota di investimenti realizzati da Hera (8 milioni di euro), si può stimare il costo di gestione del servizio a punto luce attorno a 140 euro/anno.
· In base ad una verifica compiuta presso le città di Bologna, Forlì, Ravenna, tale costo è mediamente oltre il 20% più alto dei costi là sostenuti; inoltre l’analisi del costo del servizio gestito direttamente dal Comune porta ad un importo complessivo assai inferiore del corrispettivo pagato ad Hera; il sindaco ha in più occasioni espresso pubblicamente perplessità circa il contenuto economico del contratto di servizio in esame, pur avendolo egli stesso definito nel 2003 in qualità di vice sindaco; il sindaco ha altresì manifestato più volte la volontà di rinegoziare il suddetto contratto allo scopo di ridurne il costo ritenuto troppo elevato; esistono vistose lacune nel contratto di servizio, con riferimento alle modalità previste per garantire e controllare la qualità delle prestazioni, per rivalutare annualmente il corrispettivo dovuto (non è prevista l’esclusione dell’importo riservato agli investimenti), ed infine per destinare gli eventuali risparmi energetici, quindi economici, derivanti dall’adozione di dispositivi o sistemi (ad esempio: riduttori di flusso) che attualmente vengono intascati integralmente da Hera.
Servizio teleriscaldamento
· Per riscaldare l’acqua del teleriscaldamento, due centrali termiche bruciano gas naturale per circa 4850 ore/anno (dato medio Hera 2007-2018); la centrale termica A è composta da quattro caldaie, di cui due da 14 MWt e due da 7 MWt; la centrale termica B, di recente realizzazione, è composta da tre caldaie da 14 MWt; per un totale di 84MWt (84 mila KW, equivalenti ad oltre 3 mila caldaie da appartamento); le emissioni di NOx e di CO sono stimate da Hera rispettivamente in 52,33 e 5,32 Kg/h; pertanto le emissioni totali in peso, dei due inquinanti, sono 254 ton/anno per gli NOx e 26 ton/anno per il CO; le tre caldaie aggiunte nel 2007 apportano mediamente un incremento delle emissioni, rispetto alla situazione precedente, pari a circa 137 ton/anno di NOx e a 13 ton/anno di CO, praticamente raddoppiandole.
· L’ampliamento della centrale e la triplicazione dell’inceneritore hanno determinato il peggioramento delle emissioni in atmosfera rispetto alla situazione preesistente; Hera non fornisce dati relativi alle emissioni di polveri fini ed ultrafini, primarie e secondarie, prodotte dalla combustione del gas al servizio del teleriscaldamento; Hera non ha mai fornito studi di valutazione della salubrità del “sistema” teleriscaldamento e della sua economicità, comparandolo con scenari a riscaldamento distribuito, con caldaie singole a gas, di ultima generazione, a bassa temperatura dell’acqua, rispetto ai quali il nuovo teleriscaldamento viene proposto in alternativa; Hera non ha mai prodotto studi per la valutazione dell’apporto inquinante della quota di energia proveniente dall’incenerimento dei rifiuti (che contribuisce a riscaldare l’acqua) e dell’inevitabile dispersione termica dell’impianto (perdite di calore da conduzione, da convezione e da perdite d’acqua calda); tali inefficienze peggiorano significativamente il rapporto tra energia prodotta, da cui deriva l’inquinamento, ed energia fruita nelle abitazioni, penalizzando il rendimento energetico del sistema.
· Non esiste una procedura di controllo della tariffe del TLR che consenta al Comune, in rappresentanza dei cittadini, di verificare i costi di gestione del servizio sostenuti da Hera, i margini di profitto derivanti dall’applicazione del sistema tariffario vigente e gli eventuali spazi di riduzione della tariffa.
· Nessuna risposta è mai stata data dal Comune e da Hera ai quesiti posti da numerosi cittadini, anche a mezzo stampa locale, in merito agli aumenti scandalosi delle tariffe del teleriscaldamento. A titolo di esempio riporto il caso di un condominio che ha inviato ai giornali ed al sindaco gli importi delle bollette ricevute da Hera. La spesa sostenuta per il teleriscaldamento nel 2008 è stata di € 25.105,77 a fronte di un consumo di 238.685 Kwh (termici), da cui deriva un prezzo a Kwh di 0,105 €. Nel 2007 il consumo era stato di Kwh 281.614 (42.929 in più del 2008) con una spesa di € 15.911,16 ed un prezzo per Kwh pari a € 0,0565.
Servizio idrico integrato
- · A Ferrara esistono situazioni critiche legate a numerosi scarichi di pubblica fognatura non depurati (San Bartolomeo, Porotto, Spinazzino, Torre Fossa, Marrara, ecc…) e a tratti obsoleti della rete idrica (Pontelagoscuro, Barco, Villanova, Albarea, Torre Fossa, Gaibana).
- · L’Amianto è bandito dal 1992 e anche se le analisi di Hera indicano l’assenza di fibre di amianto nell’acqua, esiste pur tuttavia il fattore tempo che fa aumentare il rischio che le tubazioni in cemento amianto rilascino tali fibre, a seguito dell’aggressività dell’acqua nei confronti della matrice cementizia. Pontelagoscuro e Porotto sono serviti da tubazioni in fibrocemento del 1955 per un totale di 6 km, mentre altri quartieri della città sono raggiunti da tubazioni in acciaio o ghisa sferoidale.
- · Per la determinazione della tariffa 2010 applicata da Hera, secondo il metodo di calcolo regionale, sono stati considerati costi operativi per 21,6 milioni di euro, ammortamenti per 6,3 milioni (4% di investimenti piano d’ambito, beni di proprietà e assets di società), remunerazione del capitale investito per 3,2 milioni (7,073%), canone di concessione per 3,9 milioni, per un totale costi pari a 35 milioni di euro.
- · Il volume di acqua fatturato previsto per il 2010 è di 20,65 milioni di metri cubi, dal quale discende una tariffa (TRM) 2010 pari a 1,696 euro/mc, con un incremento rispetto al 2009 del 4,69%. A fronte di tale aumento nelle casse di Hera entrano 1,5 milioni di euro in più rispetto al 2009.
- Nel 2006 sono stati immessi in rete 31,8 milioni di metri cubi di acqua, ne sono stati fatturati 20,7 milioni (perdite 35%). Oggi Hera dichiara di avere perdite di rete attorno al 30%, circa 8,5 milioni di metri cubi di acqua potabilizzata.
- · L’assenza di competizione tra i soggetti operanti nel mercato dei servizi pubblici ha penalizzato i cittadini che pagano, per questo, tariffe alte. A Ferrara Tia e tariffa dell’acqua sono tra le più elevate nel paese e producono per Hera i margini operativi (dunque i profitti) più elevati tra i vari servizi gestiti. La cosiddetta “area ciclo idrico integrato” rende ad Hera quasi 60 milioni di margine operativo lordo nel solo primo semestre 2009, pari al 27,1% dei rispettivi ricavi (a fronte di 26,9% nei rifiuti, 12% nel gas, 2,8% nell’energia elettrica; fonte bilancio Hera 30.6.09).
- · Quanto comunicato anche a mezzo stampa, cioè che l’acqua non sarebbe un business per Hera, non corrisponde al vero. L’acqua è il secondo business più remunerativo per l’azienda, per redditività lorda percentuale. E se la tariffa dell’acqua produce utili elevati ed alti dividendi per il Comune, ne consegue che i cittadini sono indirettamente ed inconsapevolmente tassati, anche attraverso il pagamento di un servizio primario. E quanto essi pagano in più, per garantire utili ad Hera e dividendi al Comune, rappresenta un importo assai maggiore dei dividendi corrispondenti introitati dal Comune.
- · Nella nostra provincia, acquedotti ed impianti di potabilizzazione sono di proprietà dei Comuni, tramite le società pubbliche Acosea Impianti e Cadf (che oltretutto ha un laboratorio con 7 addetti per il controllo della qualità dell’acqua). Nulla vieta la fusione tra gli assets delle due aziende pubbliche, il trasferimento della gestione dell’acqua al Cadf o ad altra società pubblica e l’integrazione degli attuali laboratori.
Servizio rifiuti
- · La Corte costituzionale con sentenza del 27 gennaio 2010 ha dichiarato costituzionalmente illegittimo l’art. 28 comma 2 della legge regionale 10/08, che assegnava alla Regione le funzioni di regolazione economica e finanziaria del servizio di gestione dei rifiuti urbani.
- · La direttiva europea 2008/98/CE indica la seguente gerarchia in materia di gestione dei rifiuti: prevenzione, preparazione per il riutilizzo, riciclaggio, recupero, smaltimento.
- · L’art. 1108 della finanziaria 2007 impone una percentuale di raccolta differenziata pari al 60% entro il 2011, mentre il Dlgs 152/06 fissa la medesima percentuale al 65% per il 2012.
- · La Corte costituzionale con sentenza 238/09 ha precisato che la Tia “costituisce una mera variante della Tarsu, conservando la qualifica di tributo propria di quest’ultima”. Viene così eliminato il nesso diretto tra il servizio e l’entità del prelievo, che non avrebbe dunque le caratteristiche del corrispettivo privatistico e sarebbe pertanto estraneo all’ambito di applicazione dell’Iva.
- · L’art 15 del DL 135/09 convertito in legge 116/09 modifica le norme in materia di affidamento dei servizi pubblici locali a rilevanza economica e impone la progressiva riduzione delle partecipazioni pubbliche nelle società quotate in borsa, fino al 40% entro il 2013 e al 30% entro il 2015, pena la cessazione, in quelle date, dei contratti di servizio in essere.
- · Nel 2008 Hera ha raccolto nel Comune di Ferrara 97 mila tonnellate di rifiuti urbani, pari a 721 kg/abitante e nel 2010 è prevista una raccolta di 94 mila tonnellate, di cui il 50% differenziata.
- · Nelle definizione della tariffa la competenza dell’Ato si ferma al cancello dell’inceneritore, dal momento che l’autorità oggi non può verificare i reali costi di incenerimento sostenuti da Hera. I costi considerati nel calcolo della tariffa 2010 sono 24,1 milioni di euro, di cui 2,1 per spazzamento e lavaggio, 2,9 per raccolta e trasporto, 1,4 per raccolta differenziata (al netto del contributo Conai), 2,6 per trattamento e riciclo, 5,1 per lo smaltimento, 8,6 per spese generali e varie, 1,5 per ammortamenti e remunerazione. L’incremento riconosciuto, rispetto al 2009, è pari al 1,4%, con conseguente maggior introito per Hera di 325 mila euro.
- · L’aumento della raccolta differenziata determina l’apertura di spazi di incenerimento di rifiuti speciali presso l’impianto di Cassana, non sottoposti a regolazione di tariffa. Con la raccolta differenziata al 65% arriveranno all’inceneritore non più di 90 mila tonnellate anno da bruciare, a fronte di una potenzialità pari a 130 mila ton/anno. Pertanto la pratica virtuosa di aumento della raccolta porta a porta, non accompagnata da una limitazione della combustione dei rifiuti speciali da parte di Hera, rischia di dar luogo ad un progressivo aumento di quest’ultima attività imprenditoriale, assai remunerativa, a discapito dell’ambiente e della salute dei cittadini e senza alcun ristorno dei profitti realizzati da Hera.
- · Nessuna riduzione di tariffa è oggi prevista a seguito dei profitti realizzati da Hera con la vendita dell’energia prodotta dalla turbina alimentata dal vapore generato dalla combustione dei rifiuti. Tali profitti, intascati da Hera, beneficiano anche degli incentivi di stato (cip6/certificati verdi) e comportano un impatto ambientale e sanitario pagato esclusivamente dai cittadini, come risulta dalla tabella seguente.
Comparazione flussi di massa Inceneritore di Cassana | ||||
Inquinanti | Unità di misura |
Situazione preesistente Linea L 1 1) |
AIA 30.10.07 Linee L 2 + L 3 2) |
AIA 11.3.08 Linee L 2 + L3 3) |
NOx (ossidi di azoto) | t/anno | 28,5 | 29,7 | 70 |
PTS (polveri totali) | t/anno | 0,34 | 0,28 | 1 |
Cd + Tl (Cadmio + Tallio) | Kg/anno | 0,83 | 1,01 | 22,4 |
Hg (mercurio) | Kg/anno | 0,37 | 0,51 | 22,4 |
Metalli | Kg/anno | 6 | (∑10 Metalli) 16 | 336 |
IPA (Idrocarburi Policiclici Aromatici) | g/anno | 65,1 | 243 | 5600 |
PCDD/PCDF (Diossine, Furani) | mg/anno | 10,4 (FTE) | 16 | 56 |
COT (Carbonio organico totale) | t/anno | (non dichiarato) | 0,28 | 2,8 |
1) Dati Hera S.p.a. Documentazione integrativa/Elaborato 1/Valutazione delle immissioni del 22.1.08 pag. 5. | ||||
2) Dati AIA 30.10.07 pag. 62, Flussi di massa autorizzati | ||||
3) Dati AIA 11.3.08 pag. 6 e 7, Flussi di massa autorizzati o calcolati in base alle concentrazioni autorizzate |
Da due anni la città attende una risposta in merito alle nuove emissioni autorizzate, che, come si può riscontrare, sono assai più elevate di quelle concesse dalla precedente AIA e di quelle attribuite alla linea preesistente L1 (NOx più che raddoppiati, metalli da 6 a 336 Kg/anno, IPA da 65 a 5600 g/anno, ecc….).
- · Nei primi otto mesi del 2009 l’86% dei rifiuti prodotti in provincia di Ferrara è stato smaltito dall’inceneritore Hera di Cassana. Per non superare il limite di 130 mila tonnellate, fissato dall’AIA, nei mesi di novembre e dicembre 2009 Hera ha dovuto sospendere l’incenerimento dei rifiuti provenienti dalla provincia e dei rifiuti speciali. Il 14% è stato smaltito nelle discariche di Comacchio, Argenta, Iolanda, Sant’Agostino. Per il sito di Sant’Agostino è stata individuata una ulteriore potenzialità di abbancamento rifiuti, pari a 190 mila tonnellate, per un flusso annuale massimo di 32 mila (delibera Ato 6 6/2/06).
Impegna il Sindaco e la Giunta a
Servizio idrico integrato
- · Operare affinché lo smantellamento del laboratorio di Pontelagoscuro non si traduca in un peggioramento della qualità dell’acqua potabile distribuita ai ferraresi ed in una minore capacità di intervento nei casi di emergenza da inquinamento del Po, dei pozzi di prelievo o delle condotte.
- · Assicurare gli investimenti necessari per l’adeguamento della rete acquedottistica, fognaria e dei relativi impianti, allo scopo di ridurre al minimo le perdite di acqua potabile, di sostituire rapidamente tutte le condutture in cemento amianto, di garantire in tutti i quartieri del Comune e delle frazioni la giusta pressione di erogazione dell’acqua potabile.
- · Apportare allo statuto del Comune le modifiche atte a definire la produzione e la distribuzione dell’acqua potabile un servizio pubblico privo di rilevanza economica.
- · Promuovere insieme agli altri Comuni della Provincia la riorganizzazione industriale e l’integrazione dei soggetti operanti nella gestione del servizio idrico integrato, allo scopo di creare un unico gestore provinciale del servizio acqua pubblica.
- · Agire in sede ATO affinchè siano rinegoziati con i gestori i costi considerati per la determinazione della tariffa del sistema idrico integrato, allo scopo di ridurla sensibilmente a partire dal 2010, senza penalizzare gli investimenti.
Servizio neve
- · Predisporre quanto prima un Piano neve ed un contratto di servizio tra Comune ed Hera, che disciplini le modalità di intervento, la flotta minima dei mezzi da impiegare, le strade da trattare, gli orari di servizio, i percorsi, il coordinamento dei mezzi i prezzi corredati da analisi costo, le modalità di controllo delle prestazioni, le garanzie di adempimento, le clausole di recesso, le penali per ritardato e/o carente intervento, le sanzioni per inadeguato inadempimento.
Servizio illuminazione pubblica
- · Riformulare il contratto di servizio con prescrizioni tese a garantire la qualità del servizio, la sensibile riduzione del costo, la possibilità di controllo da parte del Comune, soprattutto sui nuovi impianti di pubblica illuminazione da prendere in carico, finalizzato a verificare in via preventiva il rispetto della LR 19/03 sul risparmio energetico.
- · Inserire la clausola contrattuale che il risparmio energetico (ed economico) derivante dall’adozione di dispositivi o sistemi (ad esempio: riduttori di flusso) negli impianti della pubblica illuminazione o dalla riduzioni dei consumi per effetto di spegnimenti programmati, venga trasferito integralmente al Comune.
- · Modificare i meccanismi di rivalutazione del corrispettivo, garantendo l’esclusione dell’effetto derivante dagli investimenti effettuati.
- · Prevedere l’obbligo contrattuale di realizzare i nuovi impianti utilizzando le migliori tecnologie del mercato per la riduzione dei consumi.
- · Esplorare scenari alternativi di gestione diretta del servizio, dotando il Comune della necessaria organizzazione e definendo a mezzo asta pubblica l’operatore e le condizioni di approvvigionamento dell’energia, necessaria al funzionamento degli impianti.
Servizio teleriscaldamento
- · Riformulare a partire dal 2010 i meccanismi di calcolo della tariffa del teleriscaldamento e del suo aggiornamento, coinvolgendo i rappresentanti dei grandi complessi residenziali serviti. Assicurare da parte del Comune le funzioni di “regolatore” del servizio a tutela degli interessi dei cittadini, tramite la predisposizione di apposito regolamento di servizio e piano tariffario, in analogia con quanto avviene per il sistema idrico integrato da parte dell’Ato.
- · Assicurare la detrazione, dalle tariffe applicate ai cittadini, della componente di energia fornita dall’incenerimento dei rifiuti, già pagata dalla Tia.
- · Istituire un price cap che limiti gli aumenti della tariffa ricalcolata come sopra negli anni successivi, in base all’andamento dell’inflazione.
- · Subordinare qualsiasi progetto di espansione della rete del teleriscaldamento a Ferrara, alla valutazione di uno studio comparativo con altri sistemi di riscaldamento urbano, sotto il profilo economico, dell’affidabilità del servizio, dell’efficienza energetica, dell’effettivo utilizzo di fonti geotermiche, della protezione dell’ambiente e della salute, dell’impatto sulle altre reti di servizi pubblici e sul sistema stradale, della dipendenza dalle politiche di gestione dei rifiuti, dell’entità degli investimenti pubblici richiesti, dell’equità del sistema tariffario, della possibilità di scelta dell’operatore da parte dell’utente e quindi della libertà di recesso e di libera concorrenza nel mercato.
Servizio rifiuti
- · Avviare quanto prima un programma generale di raccolta differenziata porta a porta, di riciclo e riuso dei materiali, puntando ad azzerare lo smaltimento tramite incenerimento della quota indifferenziata residua (obbiettivo 2011 65%).
- · Vietare l’importazione da parte di Hera di rifiuti speciali da fuori provincia, anche se transitanti dagli impianti di Ostellato o Comacchio.
- · Rinegoziare i costi di raccolta e di smaltimento forniti da Hera, presi a riferimento per il calcolo della Tia, allo scopo di ridurne sensibilmente l’entità. Attribuire all’Ato il controllo dei costi di smaltimento dichiarati da Hera. Concordare con il gestore del servizio l’addebito della tariffa senza l’applicazione dell’Iva.
- · Assicurare la detrazione dalla tariffa applicata ai cittadini, dei profitti realizzati da Hera con la vendita dell’energia prodotta dal calore di combustione dei rifiuti, già pagato con la Tia.
- · Applicare quanto prima la tariffa puntuale, proporzionale al conferimento in peso, da parte dei cittadini, di rifiuti indifferenziati e tendente a premiare i comportamenti di differenziazione spinta a domicilio.
- · Attuare in collaborazione con Asl e Arpa una campagna di monitoraggio ambientale del territorio interessato dalle emissioni dell’inceneritore di Cassana, per valutare l’entità dell’inquinamento dell’aria, del terreno e della falda ed il conseguente rischio sanitario.
- · Realizzare quanto prima la bonifica del sito e del territorio inquinato dalle emissioni dell’inceneritore di via Conchetta.
Azioni Hera
- · Vendere nel più breve tempo possibile e nei modi consentiti dallo statuto e dai patti parasociali le azioni Hera possedute dal Comune e dalla Holding, allo scopo di abbattere il debito comunale ed estinguere il derivato Dexia.
- · Impiegare i risparmi di spesa corrente, derivanti dalla riduzione del debito e dall’estinzione del derivato, in aiuti alle famiglie, alle imprese ed all’occupazione.
- · Promuovere l’audizione dei vertici di Hera in Commissione Servizi Pubblici, allo scopo di aggiornare le informazioni riguardanti la posizione della società nella vicenda di Sparanise ed i rapporti imprenditoriali con la famiglia Cosentino.