13 Feb, 2012
Rumore e discarica, il Comune pessimo regolatore
Inserito da: PpF In: Consiglio comunale




di Valentino Tavolazzi*
Siamo al delirio. Tutto avrei immaginato, tranne che un sindaco, avvocato, accettasse da un terzo privato, una fideiussione a garanzia dell’adempimento contrattuale, non all’inizio del periodo previsto per la fornitura della prestazione, bensì alla fine. E’ successo oggi in consiglio comunale, con la delibera sulla discarica inerti Cà Leona, di proprietà del Comune, da affidare in concessione ad una azienda locale, che pagherà il canone previsto con i lavori necessari a bonificare il sito. L’azienda produrrà a sue spese il progetto. La durata della concessione sarà determinata dal rapporto tra il valore dei lavori di bonifica (a cura dell’azienda) ed il valore del canone. Se ad esempio la bonifica varrà 100 mila euro ed il canone annuo di concessione 10 mila, la durata della concessione sarà 10 anni.
Ebbene il Comune, per tutto il periodo necessario alla bonifica (prima fase), non incasserà quel canone dall’azienda, ma riceverà in cambio i lavori previsti dal progetto. E’ fin troppo evidente che il Comune debba garantirsi rispetto al fatto che la ditta esegua effettivamente i lavori. Potrebbe infatti accadere che, alla fine dei dieci anni se tanti saranno, l’ente non abbia incassato il canone, come da convenzione, e la ditta non abbia eseguito i lavori. Non bisogna essere avvocati per capire che la fideiussione, a garanzia dei lavori, va acquisita all’inizio dei dieci anni e non sei mesi prima della fine, come si legge nell’atto sottoposto oggi al voto del consiglio. Appare inoltre superfluo sottolineare che la fideiussione non serve a garantire il secondo periodo di concessione (quello post bonifica, pari a un terzo del primo), poiché in quella fase il Comune incasserà il canone in contanti. Pd e Idv hanno votato contro la proposta Ppf/M5S di acquisire la fideiussione alla firma della convenzione, e non alla fine del primo periodo. Evidentemente preferiscono andare a caccia di garanzia a uova già rotte! Nessun gruppo di opposizione ha votato contro il nostro emendamento ( leggi ) .
Ma il fondo lo aveva già toccato la delibera sul regolamento di polizia urbana. Il tema è il rumore proveniente da negozi, bar, street bar, locali di intrattenimento. Il testo prevede che “sia vietato l’uso di apparecchi di diffusione del suono che si possa percepire al di fuori degli esercizi pubblici”. Esso affida dunque alle percezioni acustiche dell’agente di polizia municipale, la decisione se intervenire, fare spegnere lo stereo ed eventualmente sanzionare il gestore. Ppf/M5S ha proposto di adottare i limiti di emissione e immissione acustica, oltre che differenziali, già normati dal D.P.C.M. 1997, in funzione delle classi di destinazione del territorio. Abbiamo inoltre proposto di regolamentare, con un apposito comma, anche il rumore dei condizionatori esterni, installati sia in locali pubblici, che privati. Il tutto per rendere meno soggettiva l’applicazione della regola. Si noti che da anni il Comune di Ferrara è inadempiente, in quanto privo di un regolamento di protezione ambientale contro l’inquinamento acustico( leggi emendamento). Ne sono invece in possesso tutte le città emiliane e, in provincia, pure Tresigallo, Ostellato ed altri.
In tale situazione Tagliani e Pd hanno bocciato entrambe le proposte Ppf/M5S, con argomenti pretestuosi. Essi hanno pertanto lasciato i gestori dei locali pubblici in balia della percezione acustica dei vigili urbani, chiamati a controllare i livelli di rumore e, riguardo ai condizionatori, non hanno adeguatamente tutelato (non occupandosene il regolamento) i cittadini residenti e passanti, eventualmente infastiditi dal rumore eccessivo dei compressori installati all’esterno degli edifici. Questo passa il convento!
* Consigliere comunale Ppf
Movimento 5 Stelle