



di Valentino Tavolazzi
La battaglia sull’ospedale Sant’Anna non è finita con i quasi 15 mila “Sì” al suo mantenimento, espressi dai cittadini in occasione del referendum autogestito di metà aprile, né con la consegna al Presidente della Regione Vasco Errani delle 14.347 schede, da parte dei consiglieri regionali Defranceschi e Favia e del consigliere comunale Tavolazzi, per chiedere a viale Aldo Moro di rivedere il piano di smantellamento del Sant’Anna, come conseguenza dell’apertura di Cona. Errani ci ha sentito ma non ascoltato, mentre Tagliani, al quale le schede sono state portate successivamente, irritato ha cercato di sottrarsi alle proprie responsabilità politiche. Le istanze espresse chiaramente dai ferraresi, partecipanti al referendum autogestito, rimangono pertanto ignorate dai burocrati del Palazzo, così come le domande ripetutamente rivolte dal Movimento 5 Stelle alle istituzioni.
Che qualità assistenziale si può garantire ad un ferrarese, residente in città o nei quartieri nord e ovest, se colpito da infarto del miocardio, da ictus, da grave emorragia, da insufficienza respiratoria o da poli trauma a seguito di incidente o infortunio, quando l’ospedale verrà spostato a dieci km dal centro?
Quali disagi verranno scaricati sui pazienti (ed i loro famigliari) che attualmente fruiscono in città di 50 mila prestazioni l’anno, in regime di day hospital, tra le quali chemioterapie o radioterapie, quando tali prestazioni non saranno più disponibili al Sant’Anna? E riguardo agli 80 mila accessi l’anno al pronto soccorso, anch’essi dovranno trasferirsi a Cona?
Nessuna risposta è giunta al riguardo, anche durante il consiglio comunale e provinciale congiunto del 14.6.11, presieduto da Marcella Zappaterra, presidente della Provincia e della Conferenza socio sanitaria territoriale, presenti le aziende sanitarie, molti sindaci della provincia e l’Università.
Ciò che è emerso con chiarezza, candidamente ammesso dai sindaci intervenuti (oltre che dai due direttori delle aziende) è che non esiste un progetto di riorganizzazione della rete ospedaliera e più in generale del sistema sanitario ferrarese.
Coloro che dovrebbero farlo, in collaborazione con i cittadini, stanno navigando a vista. Ferrara è in balia di una classe politica che in 20 anni non ha saputo costruire un ospedale nuovo ed al tempo stesso ha lasciato cadere a pezzi il Sant’Anna, negando ad un’intera generazione di ferraresi l’assistenza sanitaria degna di un paese civile. Questo è ciò che hanno saputo realizzare Errani, Bissoni, Montanari, Sateriale, Tagliani, il Pd ed i loro alleati!
Proseguiremo la lotta ad oltranza fino a quando i cittadini non saranno coinvolti nelle scelte che riguardano la loro vita e quella delle future generazioni. Intanto giace sul tavolo di Colaiacovo la richiesta di un consiglio comunale straordinario sulla riorganizzazione sanitaria in città, che per legge deve essere convocato entro il termine di 20 giorni.
Valentino Tavolazzi
Consigliere comunale Progetto per Ferrara
Movimento 5 Stelle