



Tagliani finalmente ha deciso di vendere le azioni Hera. Apprendo anche che a Ferrara ci sarebbe un grande condottiero. Se questi esiste, di certo dorme insieme al suo scudiero. Va subito chiarito che Ppf è soddisfatto della scelta del sindaco, ancorché tardiva. L’abbiamo invocata ininterrottamente dal 2009, con emendamenti e risoluzioni sempre respinti in consiglio da sindaco e Pd. E’ accaduto anche in altre vicende, quali il derivato Dexia, non chiuso ma annullato con due anni e mezzo di ritardo, scaricandone il costo di2,5 milioni sui ferraresi, oltre a 1 milione già stanziato per il 2013. E ciò al netto dei rischi connessi al giudizio richiesto da Dexia a Londra.
Ma l’aspetto più stucchevole di tali vicende è il fatto che il duo Tagliani-Marattin, quando si risveglia dal letargo, non accenna minimamente a chiedere scusa ai cittadini per avere sprecato milioni di euro e sostenuto fino all’auto smentita la giustezza del loro immobilismo. Né sono disponibili ad ammettere l’uso strumentale delle accuse mosse a Ppf di demagogia, salvo poi seguire le nostre proposte in ritardo e con grave danno per la città. Condottiero e scudiero part time, preferiscono invece convocare patetiche conferenze stampa per annunciare al mondo i loro parti fuori tempo massimo e raccontare quanto sarebbero stati bravi durante il letargo. Intanto il Pd perde migliaia di voti ad ogni tornata elettorale, dato che i ferraresi, privi di anello al naso, non sono più disposti a sopportare le loro pagliacciate. Ma veniamo ai fatti.
Nel 2009 Ppf chiedeva in consiglio comunale di cedere la azioni Hera e chiudere il derivato Dexia. Analoghe proposte avanzò nel 2010 e anni successivi http://www.progettoperferrara.org/cinque-anni-di-opposizione-0507.html. Il ricavato sarebbe servito per ridurre il debito e chiudere l’emorragia del derivato. Sindaco e Pd hanno scelto per anni di votare contro, di negare la verità e di attaccare noi invece dei nostri argomenti, al solo scopo di non riconoscere a Ppf il merito di fare proposte concrete, di non legittimarlo come forza politica seria qual è e dunque di non indurre gli elettori a votarlo. Abbiamo più volte denunciato l’immobilismo di Tagliani nelle vicende del derivato, da lui voluto a fine 2002 nel ruolo di vice sindaco, e in quella delle azioni Hera, da lui accettate al posto degli euro, quale parte del prezzo di svendita di Agea. La chiusura politica del Pd è sempre stata totale. Ppf è stato accusato di insultare e Marattin ha sfiorato il ridicolo con la querela al sottoscritto per diffamazione, rispedita dal giudice al mittente professore. Comportamenti, questi, connotati a nostro parere da nanismo politico e pochezza umana.
L’assessore part time tuttavia si consola sventolando di tanto in tanto il mio presunto coinvolgimento nella scelta del derivato. Sembra aver perso definitivamente il senso del ridicolo. Da anni è pubblicato in homepage del nostro blog il documento http://www.progettoperferrara.org/wp-content/uploads/2009/02/relazione-bilancio-2003.pdf. Si tratta della relazione da me inviata al sindaco nell’ottobre 2002 (il mese successivo fui licenziato, prima della stipula del derivato), nella quale esaminavo la grave situazione dell’Ente ed avanzavo diverse proposte. Invito tutti a leggerla. Quell’analisi, a distanza di tredici anni, resta valida, tant’è che Tagliani, con i tempi del ghiro, si affanna per realizzare quanto in essa contenuto. Nel 2002 invitavo la giunta a valutare, tra gli altri, anche lo strumento derivato per difendersi dall’incremento dei tassi. Tant’è che nel 2003 quindici città e sette province emiliane, insieme ad Anci ed Upi, diedero vita al Cesfel (Centro Servizi Finanza Enti Locali Emilia Romagna) proprio per gestire le “tematiche complesse di finanza innovativa”. Nel 2010 sei città emiliane e due province avevano in essere operazioni di finanza derivata su un debito complessivo di 230 milioni di euro. Non risultano risoluzioni anticipate, né voragini comparabili a quelle di Ferrara. Il punto infatti non è lo strumento! I prodotti derivati sono molteplici (contratti a termine, futures, opzioni e swaps), così come esistono varie forme di contratto con le banche. Se Ferrara è stata costretta ad annullare anticipatamente il derivato, è perché quel contratto, nel quale non sono mai stato coinvolto, è stato rimaneggiato nel 2005, con Marattin in consiglio comunale, e solo dopo ha iniziato a perdere. Con l’annullamento il Comune ha dovuto dichiarare che chi ha firmato quel contratto (la dirigente Pellegrini) non era “operatore qualificato” per tutelare gli interessi del Comune e quindi dei cittadini. Quel contratto si è dimostrato pessimo e non migliora di certo con le menzogne. Marattin, dal canto suo, ha più volte paragonato il derivato del Comune ad una assicurazione auto, facendo ridere il popolo del web. Ha poi sostenuto che non era da chiudere, poiché produceva utili. Infine lo ha definito uno strumento non idoneo per i Comuni, da chiudere subito. Siamo seri! La verità è che una amministrazione tanto spudorata da chiedere continui sacrifici ai ferraresi, anche consentendo la chiusura del pronto soccorso in città, può solo fare pessimi derivati come quello che è stata costretta ad annullare per dissanguamento.
Proviamo compassione nel leggere gli argomenti usati da Marattin nel 2011 per giustificare la non chiusura del derivato: “..mi preme sottolineare ..che i cittadini ferraresi vengono sistematicamente disinformati anche per quanto riguarda il derivato; viene loro detto che tale strumento finanziario è attualmente in perdita…e tale informazione è una semplice falsità. Chiunque dica che la perdita a fine 2011 si attesterà sicuramente a 800 mila euro, fa un’affermazione non verificata. …Ma è altrettanto vero (udite udite la genialata del professore) che la fine del ciclo espansivo di politica monetaria della Banca Centrale Europea, le pressioni inflazionistiche sulle materie prime, la fine del programma … della Federal Reserve, e le tensioni sui mercati valutari stanno già spingendo al rialzo la struttura a termine dei tassi di interesse..col risultato di ridurre sia la perdita probabile del 2011, sia il costo di uscita dallo strumento derivato.. (attualmente stimato tra i 2,5 e i 3 milioni di euro). “Tavolazzi … spara informazioni sbagliate e fuorvianti.”. Forse chi lo ha annullato è un’altra persona!
Riguardo alla vendita delle azioni Hera, il duo Tagliani-Marattin ora sostiene che “ abbattere il debito di circa 8 milioni significa che nel solo 2014 risparmieremo 900 mila euro di mutui, incasseremo anche 400 mila euro in meno di dividendo per un saldo attivo di mezzo milione”. Come tutti sanno Ppf chiedeva di farlo dal 2009, mentre sindaco e Pd sostenevano che non fosse conveniente e Marattin si accodava fin dal suo ingresso in giunta. Così si esprimeva il genio nel 2011:“E’ quindi corretto…mettere al corrente anche voi (ndr consiglieri) di quest’ennesimo errore dell’ingegnere. Mi riferisco all’opportunità di vendita delle azioni Hera...Tavolazzi fa un errore da studente del primo anno: sui debiti conta anche la quota capitale (in modo da gonfiare artificialmente il costo)….Gli altri errori del Consigliere sono smascherabili rintracciando le mie repliche in Consiglio”. Detto ciò, Marattin ora vende le azioni. Coerente il giovanotto, è il nuovo che avanza! Alla luce di come è finita, le sua dichiarazioni appaiono patetiche e stimolano un amaro sorriso, reso tragico dall’esborso di milioni di euro da parte dei ferraresi.
Ora, come se non c’entrassero nulla, Tagliani e Marattin ci dicono che conviene vendere. Bene, ma i tassi passivi dal 2009 sono diminuiti (e con essi il costo del debito), mentre i dividendi di Hera sono in aumento (e con essi gli introiti del Comune). Dunque se l’operazione è conveniente oggi, è fin troppo evidente che lo fosse ancor di più allora. Oltretutto nel marzo 2010 il titolo valeva più di oggi. Prendendo per buoni i conti di Tagliani, e non considerando il minor valore attuale del titolo rispetto al marzo 2010, se ne deduce che i due geni in questa vicenda hanno bruciato 1,5 milioni in tre anni (3/10-5/11) per aver dormito. Se avessero venduto 20 milioni di euro allora, come chiedeva Ppf, il duo in conferenza stampa avrebbe potuto vantare un risparmio per i ferraresi pari a 5 milioni di euro in tre anni. Peccato che Chiarini all’epoca non volesse. E oggi cosa è cambiato?
Valentino Tavolazzi
Consigliere comunale
Progetto per Ferrara Cambia la Prospettiva