



Ho 48 anni, ferrarese D.O.C., padre e marito. Ho iniziato a lavorare a 19 anni; qualche anno dopo, lavorando, ho ripreso l’università, laureandomi con il massimo dei voti come pedagogista e formatore; ho poi seguito diversi master prestigiosi, universitari e non, e ho lavorato per molti anni alla protezione civile, impegno che mi ha portato ad essere in Kosovo a giugno 1999, appena finita la guerra nei Balcani, e in altri scenari tragici, a seguito di terremoti quali Umbria e Marche e successivamente Molise. Ho lavorato anche all’emergenza Po 2000 quando tagliammo il ponte ferroviario. Dopo la nascita di mia figlia, nel 2003, ho optato per un lavoro più “tranquillo”. Ho poi lavorato alla Cooperazione con i Paesi in via di sviluppo, con progetti sia in Africa che nell’Europa dell’est.
Perché hai aderito al Progetto e hai deciso di candidarti?
È una conseguenza logica del mio percorso di vita. Ho iniziato come “grillo” della prima ora a lottare, qui in Italia, per gli stessi principi che mi muovevano quando lavoravo nelle situazioni drammatiche di cui ho detto. Lottare contro le ingiustizie sociali qui, l’inquinamento o la desertificazione o la mancanza d’acqua, o lottare per non vedere bambini nelle discariche di megalopoli africane, sono tutti aspetti del mio intendere la vita, onorandola in modo degno quale dono ricevuto. Parlo da laico, anche se sono credente, ma vi sono princìpi dai quali credo non possa prescindere un’etica laica. Mi sono avvicinato a questo mondo alcuni anni fa, “folgorato sulla via di Damasco” da una conferenza di padre Alex Zanotelli, di ritorno allora da una missione nella bidonville di Nairobi. Ho iniziato a lottare contro le scelte scellerate della leadership politica locale, turbogas, inceneritore, ho fatto i due Vday di Grillo e molto altro.
Poi ho capito che lottare contro scelte già fatte è molto difficile, meglio prevenire che curare. Per questo ho deciso di candidarmi alle elezioni del prossimo 7 giugno con la lista di Valentino Tavolazzi.
Cinque parole per definirti…
Onesto, caparbio, maniaco dell’ordine, entusiasta, ansioso.
Ansioso?
Sì, penso continuamente alle persone a cui voglio bene, che amo, e al loro benessere. I legami affettivi sono una grande forza per me, sono una forte spinta al mio agire quotidiano.
Cinque parole per definire l’ing. Tavolazzi candidato sindaco…
Onestà, capacità, libertà di pensiero, anticonformismo e pazzia.
Pazzia?
Sì, solo dei pazzi (simpaticamente) dedicherebbero tanta energia ad un Progetto che va contro tutto e tutti, che lotta per sradicare un sistema clientelare in grado di controllare e influenzare molta parte della società ferrarese, compresa una parte dell’informazione. Ma è un pazzo che sta dalla parte della gente onesta, non in vendita, ed estranea al banchetto delle prebende e dei favori.
Athos Tromboni
Progetto per Ferrara