



L’intervento di Guido Casaroli* Il Resto del Carlino Edizione Ferrara 09/06/2011
Tutti a Cona, tutti a Cona… L’intero apparato istituzionale è sceso in campo compatto a difesa del nuovo ospedale, escludendo qualsiasi minima alternativa o diversificazione: quanto più avversata dai cittadini tanto più difesa dagli “alti papaveri” della politica e della sanità, la scelta di Cona viene presentata come irreversibile. «La decisione, presa vent’anni fa, di spostare il S. Anna, è ormai irreversibile»: ha detto Marino Pinelli, il “super-tecnico” nominato dalla Regione per chiudere la storia di Cona. L’alternativa di lasciare in città il pronto soccorso e la medicina d’urgenza non viene nemmeno presa in considerazione, ma è aprioristicamente bocciata, con la motivazione della sua insostenibilità economico- finanziaria: il sindaco ha parlato di risorse ingentissime che servirebbero a tenere aperti due ospedali; decine se non centinaia di milioni in più ogni anno. A parte tali stime iperboliche, è davvero strano come, dopo che Cona in vent’anni si è rivelato una vera e propria “centrifuga” di denaro pubblico, si adducano ora motivazioni economiche per escludere una possibile, parzialmente diversa opzione.
Ma – dice ancora il super-tecnico regionale – lasciare in Città il pronto soccorso e i reparti per le urgenze “sarebbe una scelta talmente folle e irrazionale da essere ricordata nei libri di storia”. Esimio dottor Pinelli, non nei libri di storia, ma nelle pagine della cronaca satirica ci è finito l’ospedale di Cona, con le ripetute visite del Gabibbo, che ci hanno coperto di ridicolo nell’intera Penisola. Quanto alla Storia, in quella della sanità italiana, una pagina di rilievo la meriterà Ferrara che, grazie ai suoi politici e burocrati, sarà l’unica città capoluogo di provincia in Italia priva di un ospedale urbano. Ai nostri amministratori pongo peraltro il seguente interrogativo: hanno considerato quanto verrà a costare ai cittadini recarsi a Cona, una o più volte al giorno, per assistere parenti o amici là ricoverati? Ma prima del problema economico viene la salute degli abitanti di Ferrara, Ponte, Barco. Ai signori della politica ricordo che una recentissima sentenza della Cassazione afferma che a nessuno è consentito di anteporre la logica economica alla logica della tutela della salute: le logiche mercantili non debbono operare a scapito dell’ammalato. Una logica, dunque, ben diversa da quella che ispira i nostri amministratori, tutti e solo preoccupati dei costi del pronto soccorso in Città e interessati ai ricavi della vendita del Sant’Anna ai privati. Quello che indigna nel loro atteggiamento è la totale indifferenza, anzi il fastidio mostrati nei confronti della libera e palese manifestazione di volontà popolare a favore del mantenimento in città del pronto soccorso. Il sindaco ha perentoriamente ribadito «Indietro non si torna» e l’iniziativa referendaria «è una pantomima, un’azione demagogica». Il vicepresidente della Provincia, Fiorillo, a sua volta, aveva bollato la proposta di referendum come un’operazione di “bassa propaganda politica”. Quale strano e personale concetto di “demagogia” e di “democrazia” hanno i nostri politici! Mentre per il direttore dell’Asl Saltari «per cuore, cervello e grandi traumi il minuto fa la differenza», secondo il direttore dell’ospedale, Rinaldi «12 minuti in più (il supposto tempo necessario per arrivare al pronto soccorso di Cona) rappresentano un tempo che inserito in un’ottica dell’emergenza non sposta niente», arrivando ad affermare addirittura che «le tre ore sono rilevanti, non i 12 minuti… Alla fine quei 12 minuti non contano più». Cercano di convincerci che una o due ambulanze in Corso Giovecca ed un’auto medica equivalgano a mantenere in città il pronto soccorso e i collegati servizi di urgenza: Rinaldi ha calcolato che l’ambulanza, che da Ferrara trasporta a Cona un ammalato, impiega poi lo stesso tempo (12 minuti?) per riposizionarsi in Corso Giovecca? E che Ferrara non sta ai Tropici, ma per almeno 4-5 mesi all’anno è immersa nella nebbia e le strade sono sovente ghiacciate e innevate? Per arrivare a Cona bisognerà invece partire tra 1 ora e 1 ora e mezza prima. È questa la denuncia che viene dagli stessi medici ospedalieri per bocca del presidente dell’Anaao, Api, che lancia l’allarme: «Se non si provvederà sarà una catastrofe». Ritengo che lasciare la città senza pronto soccorso nè servizi per le urgenze potrebbe integrare gli estremi di una fattispecie di reato, ed è mia intenzione presentare un motivato e articolato esposto-denuncia alla Procura della Repubblica. Preciso che non sono iscritto ad alcun partito o movimento politico e che metto per senso civico le mie competenze a disposizione di chiunque intenda mobilitarsi per evitare questo “scippo sanitario”.
* Professore di diritto penale
dell’Università di Ferrara