30 Gen, 2012
Si va alla collisione con gli scogli, ma non è ancora naufragio in atto
Inserito da: PpF In: Sanità




di Paolo Giardini
possiede argomenti in più e diversi della spesa ufficialmente sostenuta per Cona (300 milioni) per asserire che “sia tardi per mettere in discussione la distanza fra il centro e l’ospedale di Cona, parlare di quanto sia bello avere il S. Anna in corso Giovecca a portata di bicicletta”? Se si tratta solo della grossa spesa per costruirlo, prima di lasciarsi impressionare bisognerebbe mettere sull’altro piatto della bilancia tutte le spese aggiuntive ineliminabili che il risultato di “quella grossa spesa” comporterà nel futuro. Ha presente che in corso Giovecca l’ospedale S. Anna non paga un centesimo d’affitto annuale? Per Cona, l’Inail vorrà percepirne uno plurimilionario. Da quando in qua si cede la solida casa avita per andare in affitto in una più onerosa e mal costruita? Sarebbe come se il Comune si trasferisse dal Palazzo Municipale, perdendone possesso e proprietà, per finire nel Palazzo degli Specchi pagandone l’affitto (un’ipotesi pure paventabile con questa amministrazione, se in Hera sorgessero bramosie per il Palazzo Municipale..).
Il S. Anna non dipende dall’efficienza di impianti di sollevamento acque che tengano all’asciutto un’area di200 ettari, e dal pagarne l’energia necessaria. E non è costretto a subire la peregrina vessazione del monopolio di un solo fornitore di servizi (Progeste) che pretende 30 milioni all’anno ancor prima di dimostrarsi qualitativamente e quantitativamente all’altezza del servizio. Quanto percepiva la Ferrarese Service, che eroga le stesse prestazioni che erogherà Progeste, con i contratti vinti in periodiche gare d’appalto?
Nell’ospedale di corso Giovecca entrano quotidianamente non meno di quattromila persone fra dipendenti e indotto, fornitori, parenti, ecc. Una fiumana che allungherà il suo percorso per spostarsi in punto meno baricentrico dell’attuale, provocando un traffico che in un anno significherà 1-2 milioni di chilometri percorsi in auto in più. In 10 anni, cioè in metà del tempo necessario alla costruzione dell’ospedale di Cona, il canone pagato a Progeste ammonterà all’intero costo dell’edificazione in cambio di prestazioni discutibili per la sola mancanza di mezzi correttivi.
Non si salverà una parete in cartongesso delle stanze di degenza dallo sfondamento dei letti mobili! Qualche vita umana si spegnerà nell’ambulanza in corsa prima di arrivare in tempo al Pronto Soccorso (perché è una favoletta che il tempo sia una variabile indipendente dopo la “stabilizzazione” operata dal 118, dato che non tutto è “stabilizzabile”) e, poiché miracoli non ne fa nessuno, pure la breve vita assicurata al manufatto dal calcestruzzo non previsto dal progetto, unita alla bassa qualità costruttiva ottenuta per mille traversie e cambi di mano del cantiere sempre raffazzonato, assicureranno la certezza che quell’opera nata male proseguirà peggio senza sosta. Cioè spese continue. Il tutto senza aumentare di un posto letto la necessità dei ferraresi.
Consideriamo infine che la scriteriata scelta comporterà uno sviluppo urbanistico che per sola mancanza di progettualità prende a schiaffi la città rossettiana di cui ci vantiamo.
Concludendo, ad ospedale di Cona ancora chiuso (dopo ben 20 annunci solenni di apertura, tipico delle cose serie) il sentire dire che “è tardi” per parlarne non suona appropriatamente, tanto più che il destinarlo a compiti diversi da quello di ospedale cittadino garantirà un sicuro risparmio economico generalizzato. Basta cambiare i “progettisti”! E’ ancora tempo per parlarne, altroché!
Paolo Giardini
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