



di Valentino Tavolazzi
I direttori della due aziende sanitarie difendono all’unisono la sciagura di Cona, con argomenti come la “golden hour” o il “first hour quintet”, adattati ad hoc per una tesi indifendibile, illudendosi così di far dimenticare venti anni di cantiere nel fondo “della morte”, 500 milioni di euro spesi male, il Sant’Anna lasciato cadere a pezzi, la chiusura dell’ospedale storico e del suo pronto soccorso. Di recente é sceso in campo anche il presidente dell’ordine dei medici, che liquida con battute da avanspettacolo («mi auguro che Tavolazzi organizzi un referendum anche per chiedere il mantenimento dei fruttivendoli sotto casa»), i disagi procurati ai cittadini dal trasferimento a Cona dei servizi ospedalieri, compresa emergenza e pronto soccorso. E pensare che in passato la Federazione degli Ordini dei Medici dell’Emilia Romagna si era distinta per autonomia dal potere politico, con una lettera inviata agli amministratori della Regione, sindaci, assessori e presidenti di province, in cui si opponeva alla costruzione di nuovi inceneritori, ritenuti dannosi per la salute. E Bersani l’aveva pesantemente attaccata.
Ma su Cona la chiamata alle armi è tassativa: tavoli permanenti per la comunicazione, comunicati e conferenze stampa un giorno sì e l’altro pure, mobilitazione di chiunque faccia parte dell’entourage sanitario regionale, direttori, consiglieri comunali medici e non del Pd, imprenditori privati delle costruzioni e della sanità, progettisti. Tutti a difendere il fortino “Cona e chiusura del Sant’Anna”, anteponendo interessi di parte al bene per la cittadinanza. Questa mattina, invece, Valentino Tavolazzi e Angelo Storari, rispettivamente consigliere comunale e portavoce di Progetto per Ferrara, MoVimento 5 Stelle, hanno raccontato lo scandalo dell’ospedale di Cona ai reporters di Sky TG 24, direttamente sul posto, sotto la pioggia battente. Il servizio andrà in onda questa sera alle 21.
Le scelte strategiche in materia sanitaria le fanno i politici. Ma i medici, che sono il cervello ed il cuore del sistema sanitario nazionale, spesso hanno grandi responsabilità manageriali o di rappresentanza della professione. Con il massimo rispetto per quest’ultima, occorre ricordare che il solenne giuramento di Ippocrate li impegna ad “esercitare la medicina in libertà e indipendenza di giudizio e di comportamento; a perseguire come scopi esclusivi la difesa della vita, la tutela della salute fisica e psichica dell’ uomo e il sollievo della sofferenza, con responsabilità e costante impegno scientifico, culturale e sociale, in ogni atto professionale”.
E’ giusto che i politici si preoccupino dei fondi necessari a creare le strutture sanitarie e a fornire i servizi, ma è altrettanto doveroso per i medici garantire che strutture e servizi siano i più avanzati ed efficaci per la tutela della salute. Quando il Sant’anna chiuderà, per almeno 80 mila persone prevalentemente anziani l’accesso a Cona sarà meno rapido di quanto non sia oggi, in condizioni di emergenza e non. Tutte le prestazioni oggi erogate dal pronto soccorso in città, saranno fornite a Cona ed i codici verdi/bianchi giunti in ambulanza, dovranno rientrare a Ferrara a pagamento. In Giovecca, dopo le 20 nei giorni feriali e tutto il sabato, la domenica e i festivi, troveremo i portoni sprangati, con la sola esclusione della guardia medica. Chemioterapia e radioterapia in giornata non saranno più disponibili in città. Per una storta, una colica, un taglio si dovrà ricorrere a Cona, d’inverno e con la nebbia. E si sa che quasi un ferrarese su tre ha più di 65 anni. Ecco i problemi di cui dovrebbe occuparsi la classe medica. Perché non lo fa?
Valentino Tavolazzi
Consigliere comunale Progetto per Ferrara
MoVimento 5 Stelle.