



di Valentino Tavolazzi*
Ieri, a più di tre settimane dalla richiesta al presidente Fortini di convocare la commissione per rivedere la proposta di delibera da sottoporre al consiglio del 14.5., abbiamo ricevuto una convocazione con “procedura d’urgenza”, avente ordine del giorno “informativa in merito alle contestazioni all’istruttoria della proposta di delibera ecc ecc…”. Il presidente, sentito in merito, ha ribadito che lo scopo della riunione è di informare sugli sviluppi della vicenda, nella quale è intervenuta anche la Prefettura coinvolta da Ppf. Al tempo stesso Fortini ha confermato non esistere alcuna intenzione sua, né di altri, di modificare la delibera, allo scopo di consentire presentazione e votazione in consiglio comunale, di tutte le proposte di modifica esaminate dalla commissione, comprese quelle non approvate.
Ritenendo che non vi sia alcuna necessità da informare i commissari, dal momento che sono pervenute ai gruppi, e sono disponibili nel sito del Comune, le posizioni di tutti gli attori intervenuti (Fortini, Colaiacovo, Prefetto) oltre a Ppf (http://www.cronacacomune.it/index.phtml?id=15648), non intendo partecipare ad una riunione inutile, costosa, che non accoglie alcuno dei suggerimenti del Prefetto (http://www.cronacacomune.it/index.phtml?id=15714), e che magari qualche arrogante rappresentante della casta (non solo del Pd), sentendosi padrone del vapore, tenterà di buttare in caciara o trasformare in agguato squadrista, contro l’unica voce in dissenso sulla procedura adottata, per noi pure caratterizzata da irregolarità formali.
Ppf ha lavorato duro sullo statuto, presentando in commissione ben 56 proposte sul totale di 68 (di cui 10 Ppf approvate, sul totale di 18). Lunedì scorso abbiamo depositato gli emendamenti di modifica dello statuto, ritenuti importanti per la democrazia a Ferrara, ancorché non approvati dalla commissione (evento impossibile senza il consenso della maggioranza), tuttavia votati da gruppi di opposizione. Essi riguardano la commissione di controllo e garanzia (oggi inesistente), la proposta di delibera popolare, la consultazione popolare, l’istruttoria pubblica, il referendum popolare, l’accesso agli atti, la pubblicazione degli atti nel sito del Comune, la valutazione e revoca dei dirigenti, altro.
Se in consiglio comunale mi sarà impedito di presentare quelle proposte, dunque sottraendole al voto palese, abbandonerò l’aula in segno di protesta contro la prevaricazione del diritto di proposta ed iniziativa, sancito dalla legge, anche a tutela dei gruppi di opposizione. Sarebbe un grave insulto alla democrazia, oltretutto avvallato dai garanti di quel diritto: il presidente del consiglio Colaiacovo ed il presidente della commissione Fortini, quest’ultimo, non a caso, espressione della minoranza.
Il Pd persevera nel non assumersi la responsabilità politica, di fronte agli elettori, di bocciare proposte dalla parte dei cittadini, a favore della trasparenza e della partecipazione. Alcuni gruppi di opposizione fanno da sponda al palazzo o ne fanno parte. Gli elettori rispondono con il ritiro della fiducia ai partiti e con la negazione del voto. Domenica a Comacchio ne abbiamo avuto la prova.
*Consigliere comunale
Progetto per Ferrara