



di Paolo Giardini
Mentre i gruppi consigliari di maggioranza stilavano un comunicato congiunto di soddisfazione per le garanzie promesse da Hera sulla qualità dell’acqua del nostro acquedotto (impossibile fare a meno di considerarlo “nostro” anche se certi incoscienti l’hanno venduto..), senza sentire la necessità di riportare i parametri da loro ritenuti soddisfacenti: non un elenco di sostanze monitorate secondo i disposti di Legge e oltre i disposti di Legge (la Legge non prescrive il massimo da farsi, prescrive il minimo), nessuna descrizione di metodologie ed apparecchiature di misura esistenti e del trend di rinnovamento, era già stata diffusa dalle agenzie di stampa la seguente notizia:
“L’Istituto di ricerca sulle acque del CNR ha rilevato (sul Po) in special modo vicino alla sorgente ed in Emilia Romagna – Pontelagoscuro su tutti – acido perfluorottanico (sigla PFOA) e perfluoroarchilsolfonato (PFOS) in quantità di parecchie volte superiori alla media europea. I due composti chimici risultano pericolosi in quanto si accumulano nel sangue sia arrivandoci attraverso l’apparato respiratorio che tramite ingestione, ad esempio mangiando pesce che vive in queste acque (le sostanze sono altamente solubili).
La situazione risulta particolarmente grave a Pontelagoscuro, in provincia di Ferrara, dove sono stati riscontrati tassi di PFOA dalle 10 alle 200 volte superiori a quelli dei principali fiumi europei con picchi di 200ng/l ed un range attuale che oscilla tra i 60 e i 174ng/l.”
Viene spontaneo chiedersi se i gruppi consigliari di maggioranza hanno messo in croce quelli di Hera infierendo con le PFOA e PFOS? Perché i loro elettori, a cui debbono tanto, vogliono proprio questo: che facciano i duri con chi guadagna soldi a palate sui beni primari in regime di monopolio. Specialmente se il monopolio gliel’anno concesso loro per intenti pseudodemagogici.
Nell’armamentario della politica c’è sempre stata abbondanza di paraventi demagogici. Sono stati usati fino alla saturazione nelle elezioni amministrative, eppure in quest’incontro di valenza “popolare” i gruppi consigliari di sinistra hanno lasciato perdere il loro humus comportandosi come dei grigi membri di un consiglio d’amministratore di una società di capitali. Forse per adeguarsi ai loro dirimpettai. Ma se questi ultimi certamente sanno che l’acqua del Po contiene milioni di sostanze aliene (di sintesi) e non hanno assolutamente intenzione di rintracciarle se non quando obbligati a farlo, i loro politici interlocutori, difensori della povera gente, stilando comunicati congiunti sono soddisfatti di questo strano status quo?
Paolo Giardini