16 Gen, 2012
Tagliani dica cosa sta facendo per chiudere il derivato Dexia
Inserito da: PpF In: Bilancio comunale




di Valentino Tavolazzi *
Lo avevano annunciato in consiglio comunale, con determinazione manzoniana, sia Marattin che Tagliani sei mesi fa: quel derivato Dexia s’ha da chiudere! Dopo aver sostenuto per anni che l’operazione era in utile, anche il Pd arrivava lungo a pentirsi della scelta sciagurata e nel consiglio del 23.12.11 chiedeva a Tagliani di chiudere la strumento speculativo, concepito proprio quando lui era vice sindaco. Nella stessa seduta, tuttavia, il partitone, per non farsi mancare nulla in materia di auto-discredito politico, aveva bocciato la risoluzione di Ppf/M5S che chiedeva la stessa cosa! Poi silenzio tombale. La domanda oggi è: che cosa ha fatto Tagliani negli ultimi sei mesi per tappare la falla del derivato?
Per quattro volte il Pd aveva alzato le barricate in consiglio contro le richieste Ppf/M5S di chiudere il derivato Dexia. Un caso di studio, un esempio di vecchia politica che non ammette i propri errori, anche di fronte all’evidenza. La prima volta fu il 28.9.09, quando Tagliani e Pd bocciarono la proposta Ppf/M5S, votata da tutti i gruppi di opposizione. La seconda il 4.2.10, con l’emendamento Ppf/M5S al bilancio preventivo 2010, respinto dalla sola maggioranza. Idem il 23.3.11, con l’emendamento Ppf/M5S al bilancio preventivo 2011, bocciato dalla maggioranza e dal gruppo Prc/Pdci. Infine la quarta, il 2.5.11 quando il Pd bocciò la risoluzione Ppf/M5S, votata dall’opposizione, che impegnava il sindaco e la giunta a chiudere il derivato immediatamente. Una lunga serie di errori, conclusasi con la pubblica, ancorché obbligata, ammissione di Tagliani e del Pd.
Dopo l’annuncio sul cambio di rotta, in più occasioni, durante l’esame in commissione del preventivo 2012, ho chiesto alla giunta a che punto fosse il negoziato con Dexia. E preoccupato che l’ipotesi di chiusura onerosa del derivato includesse anche l’allungamento dei piani di ammortamento di parte del debito, scaricandone il costo sulle nuove generazioni, chiesi in commissione a Marattin se tale malaugurata ipotesi fosse all’esame. Egli lo escluse. Ora sono passati sei mesi dall’annuncio. I cittadini hanno il diritto di sapere che cosa stia facendo Tagliani al riguardo, visto che continuano a pagare di tasca loro le perdite.
Il derivato Dexia ha bruciato 2,5 milioni di euro in due anni e mezzo (6/09-12/11). Un salasso assurdo già segnalato alla Corte dei Conti. Il primo contratto IRS (interest rate swap) Dexia fu stipulato il 18.12.02, era riferito ad un debito di 50,8 milioni di euro e fu rimodulato il 7.8.03. Il 23.12.05 fu stipulato un nuovo contratto IRS (derivato) con la banca Dexia, sempre a firma della dirigente Pierina Pellegrini, relativo ad un debito di 47,8 milioni di euro e sostitutivo del precedente, a far data dal 1.7.05. I contratti menzionati hanno prodotto negli anni flussi di cassa positivi e negativi per il Comune e dal 2007 i pagamenti e gli incassi sono passati da annuali a semestrali. Esaminiamo i flussi finanziari.
Dopo l’incasso nel 2002 di 1,038 milioni di euro alla firma del contratto (di cui 290 mila di up front), l’Ente introitava 533 mila euro nel biennio 2003-04. Il primo pagamento alla banca (flusso negativo) arrivava nel 2005 (169 mila euro), seguito da incassi nel periodo 2006-30.6.2009, per complessivi 230 mila euro. Dunque al 30.6.09 l’operazione era finanziariamente in attivo di 1,63 milioni di euro. Da quel momento, a causa del crollo dei tassi di fine 2008, il derivato iniziava a produrre uscite significative e al tempo stesso partivano i primi i segnali d’allarme di Progetto per Ferrara, con una dura battaglia, tuttora in corso, per la chiusura dell’operazione. Nel secondo semestre 2009 il Comune pagava a Dexia 289 mila euro, 612 mila nel primo semestre 2010 e 595 mila nel secondo. Nel primo semestre 2011 pagava 529 mila euro, mentre per il secondo deve pagarne 414 mila. Nel 2012, se non chiuderà il derivato, Tagliani pagherà altri 767 mila euro.
Due anni e mezzo di inerzia ed immobilismo, a causa dei quali il Comune ha bruciato il vantaggio accumulato nei primi anni, con pagamenti alla banca che a fine 2012 potranno essere di circa 3,3 milioni di euro.. Soldi buttati, spesi male perché non utilizzati per chiudere l’operazione. Ed ora anche l’unica fonte di finanziamento per tappare la falla, ovvero le azioni Hera, hanno perso valore dando luogo a perdite patrimoniali di milioni di euro. Ma il silenzio tombale di Tagliani, su questo ed altri errori, persiste e preoccupa.
* Consigliere comunale Ppf/Movimento 5 Stelle