



di Fausto Facchini
Lunedì 4 maggio si è svolto presso il Centro sociale “G. Rodari” un incontro pubblico sulle politiche sociali, organizzato dalle associazioni “Ragioni d’agire” e “Viale K”.
Erano presenti Tiziano Tagliani candidato sindaco del Pd, Irene Bregola candidata sindaco di Prc-Pdci, don Domenico Bedin della parrocchia di Sant’Agostino e dell’Associazione “Viale K”, e il sottoscritto (il video è visibile su www.comunistiitaliani-ferrara.it).
Il dibattito è stato interessante innanzitutto perché ha toccato i temi concreti di tante persone e di tante famiglie della città di Ferrara e di un quartiere popoloso come quello di Via Bologna: le nuove povertà, le difficoltà del bilancio familiare, l’assistenza agli anziani, la ricerca del lavoro da parte dei giovani, l’immigrazione. In secondo luogo, perché sono emerse le posizioni del Pd e dei Comunisti rispetto a tali problemi e alle possibili soluzioni.
La crisi economica e finanziaria mondiale – che significa per l’Italia una perdita del PIL (Prodotto interno lordo) del 4,4% nel 2009 e un aumento della disoccupazione dall’8,8% del 2009 al 9,4% nel 2010 (fonte: Il Sole 24 Ore) – sta avendo pesanti riflessi su Ferrara.
La nostra città ha subito negli ultimi dieci anni un progressivo peggioramento delle sue condizioni di vita e di lavoro: molte realtà produttive hanno chiuso, i disoccupati aumentano, gran parte dei nostri giovani diplomati e laureati sono costretti al pendolarismo, lavorando a Bologna, a Modena, nel Veneto. Le famiglie devono combattere ogni giorno con i problemi della casa, del lavoro, dell’asilo e della scuola per i propri figli, dell’assistenza ai propri anziani.
Di fronte a tutto ciò, chi paga? La mia convinzione è che a pagare siano, come sempre, gli stessi. Ossia i lavoratori dipendenti, ma anche i piccoli artigiani, i piccoli commercianti, quelli che un tempo costituivano il cosiddetto “ceto medio”: un ceto medio sempre più povero e che lentamente, ma inesorabilmente, sta scivolando nella zona grigia delle nuove povertà.
Allora, ci si è chiesto, quali risposte dovrà dare la nuova amministrazione di Ferrara?
Tagliani ha sostenuto che in realtà viviamo nel benessere, che i ¾ della popolazione emiliana hanno un lavoro stabile e una casa di proprietà. Nel contempo, afferma che il bilancio 2009 del Comune di Ferrara è “disastroso”, che occorreranno grandi tagli e grandi sacrifici. Ma sacrifici di chi? E per che cosa?
La sua alleanza, che è giunta a creare “liste civette” di sinistra pur di non dover fare i conti con i comunisti, e cioè pur di non discutere il suo programma), si basa infatti su un blocco sociale di garantiti, di ricchi professionisti, di grandi imprenditori, di burocrati dell’apparato politico. E’ un blocco sociale centrista e moderato, le cui soluzioni non potranno certo essere a favore dei lavoratori, dei disoccupati, dei giovani, dei più deboli.
Dispiace constatare che a Ferrara, e solo a Ferrara, il Pd abbia scelto una via dichiaratamente dell’autosufficienza.
Diverso è il caso di Bologna, dove invece Delbono, (prodiano), ha proposto una coalizione di centro-sinistra; ma anche della stessa Provincia di Ferrara, dove Marcella Zappaterra ha fatto la stessa scelta. Queste scelte non sono frutto del caso: ma di una visione politica lungimirante, che consapevole dell’importanza dell’unità delle forze progressiste per battere la destra, è riuscita a trovare una sintesi tra i programmi di centro e di sinistra.
Cosa concludere? Che a Ferrara continua la linea perdente dell’autosufficienza!
Cordialmente,
Fausto Facchini, capolista Prc-Pdci per il consiglio comunale di Ferrara
Progetto per Ferrara ha espressamente dichiarato, all’interno del suo programma, il primo arrivato, ad inizio 2009, le politiche che intende attuare per gestire la crisi in atto. Verificate voi stessi.
Cambiate prospettiva.
Progetto per Ferrara