



di Valentino Tavolazzi
A Ferrara si paga la Tia (tariffa rifiuti) più salata di tutta la regione e l’ATO6, agenzia formata dai sindaci della provincia e presieduta dalla presidente Zappaterra, ha riconosciuto ad Hera, per il 2011, un ulteriore aumento dei costi pari al 2,9% rispetto al 2010. Il servizio rifiuti a Ferrara, al netto di ricavi vari, costa 24,8 milioni di euro (costava 24,1 l’anno scorso). Cifre da capogiro, richieste da Hera, la cui verifica da parte di ATO6 appare difficoltosa, se basata sui documenti esaminati giovedì nelle commissioni congiunte servizi pubblici ed ambiente. Per questo motivo ho richiesto in quella sede ulteriore documentazione. Il salasso dei rifiuti a Ferrara, in rapporto a quanto pagano altri capoluoghi emiliani, è stato segnalato da Cittadinanzattiva, con calcoli relativi ad una famiglia tipo di tre persone ed abitazione di proprietà di 100 mq.
Nel 2009 essa pagava 308 euro l’anno a Ferrara, 237 a Parma (non hanno l’inceneritore), 235 a Modena, 225 a Piacenza e Rimini, 215 a Reggio, 201 a Ravenna e Forlì, 204 a Cesena. Ferrara occupa dunque la peggior posizione in regione e la quinta nel paese, dopo Roma, Salerno, Agrigento e Latina.
Non tutto l’aumento dei costi riconosciuti ad Hera per il 2011 (2,9%) ricade sulla tariffa. Essa infatti aumenta “solo” del 1,3%. Ci si domanda tuttavia perché la Tia, già tanto alta, debba ulteriormente crescere. La gestione rifiuti, infatti, costituisce per Hera la seconda attività più remunerativa del gruppo. Al settembre 2010 ha prodotto il 19% dei ricavi totali (533 milioni su 2737), ma ben il 32% del margine operativo lordo (139 milioni su 431 totali). Hera dunque guadagna molto in tale attività, che genera un Mol pari a 26,1% dei ricavi, assai più remunerativo di quello medio di gruppo, attestato a 16,8%. In altri termini per ogni 1000 euro di ricavo, il gruppo Hera realizza 168 euro di Mol medio, mentre nei rifiuti ne realizza 261. Le aree di business acqua e rifiuti, infatti, rendono assai più di gas ed energia. Infine va considerato che i dividendi di Hera sono distribuiti per il 38% a investitori privati e non a soci pubblici.
Ricapitoliamo. Il settore rifiuti è tra i più remunerativi della holding, grazie alle tariffe pagate da cittadini ed attività economiche. Queste sono le più alte in regione ed al quinto posto nel paese. Domanda: perché la Tia deve aumentare nel 2011? Forse i sindaci vogliono introitare più dividendi da Hera, insieme ai privati, facendoli pagare ai cittadini? E’ forse questa una moderna forma di vessazione dei contribuenti inventata dai Comuni, che fanno leva sulle tariffe dei servizi (gonfiate?), puntando sul loro parziale rientro nelle casse comunali sotto forma di dividendi? Tale riflessione vale anche per l’acqua, il settore più remunerativo di Hera (Mol 30,1%, ovvero 301 euro di margine lordo ogni 1000 di ricavo). I quesiti sono indotti anche dall’assenza di dettagli nei documenti forniti da Hera e dal fatto che l’ATO6, attualmente in disarmo, non sembra essere in condizioni di fare pelo e contropelo ai conti dell’azienda, sia per sottodimensionamento dell’organico che per inadeguata documentazione.
Infine dei 24,8 milioni riconosciuti all’azienda, alcuni costi non sono direttamente collegati all’attività industriale. Paghiamo per esempio costi indiretti ribaltati, relativi a servizi centrali della holding (quartier generale a Bologna). Quali sono i criteri di ripartizione sulle diverse città servite? Paghiamo anche un comitato territoriale (ex consiglio SOT), presieduto da Pastorello (Pd) e di cui fanno parte Turri (Pd), presidente della circoscrizione est, Guzzinati, già presidente della circoscrizione di Ponte, Ferranti consigliere di Vigarano. Sono costi della politica scaricati sulle tariffe? Chiediamo a Tagliani di mettere mano a quei 24,8 milioni, a tutela dei cittadini che rappresenta e delle attività economiche della città.
Valentino Tavolazzi
Consigliere comunale Progetto per Ferrara/Movimento 5 Stelle