



di Alessandro Gulinati – Consigliere gruppo misto circ. 1
Guardate in alto sopra il voltone che collega il moderno Palazzo della Ragione alla Torre civica ove si trova l’Orologio di Piazza Trento Trieste. Vedrete una grande e bella terrazza popolata di cadaveri! Attenzione non sono i corpi dei condannati che un tempo venivano sistematicamente appesi, in grandi gabbioni, agli edifici pubblici del centro cittadino. Sono soltanto piante secche, cioè morte. Sono, o meglio erano, le piante che ornavano lo spazio delle colazioni estive della struttura ricettiva: Ferrara Suite Duomo. Cercate su internet e provate a telefonare a questo, che era una dei luoghi migliori dove un turista potesse pernottare a Ferrara, soprattutto per via della privilegiata posizione con vista Piazza, Castello e Cattedrale.
Non vi risponderà nessuno. Provate a prenotare sempre tramite internet o cercatene il sito web. Ancora niente, tutto scomparso. Finito? Ma quando? Come? Perché? Se non vi convincete fate come me e andate a suonare il campanello che trovate sotto i portici dell’ex UPIM, tra le vetrine di una immobiliare e quelle di una ennesima liquidazione totale! Troverete un cartello con scritto: Aperto. Ma a voi, come a me, non aprirà nessuno. Silenzio assoluto.
Ne deduco che la residenza Suite Duomo ha chiuso. Ma nessuno ne ha ancora parlato, come nessuno parla più del fatto che anche l’Hotel de la Ville, che qualificava i portici antistanti la stazione, è chiuso ormai da due anni e che la stessa sorte è toccata allo storico Hotel Nord Ovest. Posti di lavoro, opportunità di soggiorno, qualità della vita nel centro storico cittadino vanno così a quel paese o meglio letteralmente in fumo, nel silenzio più generale. Silenzio delle parti sociali, della politica e dei distratti operatori del settore, forse contenti perché qualche concorrente ha chiuso e una torta sempre più piccola venga così divisa tra i sopravvissuti. Ma per quanto tempo ancora? Sono certi gli albergatori di Ferrara che la guerra in Libia continuerà per sempre e grazie ad essa continueranno a riempire le camere con i militari NATO operativi nella vicina base di Poggio Renatico? Sappiano, non leggessero i giornali, che la base ferrarese sarà presto sostituita da una spagnola e allora sarà difficile racimolare qualche soldo dai terminator di mezzo mondo che, in queste settimane, vediamo rincasare la sera o la mattina dopo il loro turno di bombardamenti. Pertanto la mia domanda è: dobbiamo soprassedere sulla perdita di posti letto e qualità nell’accoglienza turistica o possiamo finalmente domandarci cosa sta succedendo? Dopo un anno e mezzo di ETG (Emozioni tipiche garantite) ovvero di sacchettini di plastica vuoti ma costati al contribuente oltre 300.000 Euro. Ecco il risultato.
La città è vuota, gli hotel chiudono, la disoccupazione aumenta e il poco lavoro che c’è non basta nemmeno a far arrivare alla metà del mese le tante guide turistiche e gli operatori che in questi anni hanno investito nel progetto di Ferrara città d’arte, cultura e turismo. Ora che il risultato di errori troppo grandi (anche questi ETG) ci ha condotti in una situazione tanto difficile. I musei languono perdendo anno dopo anno, mese dopo mese, visitatori e biglietti, le presenze turistiche sono calate anche nel 2011 dopo che erano già calate nel 2010, nel 2009 e nel 2008. E non c’è alcun dubbio ci siano ulteriori margini di peggioramento! Cioè escursionisti e turisti caleranno ancora, perché negli ultimi difficili mesi non è stata presa nessuna misura per invertire la brutta strada intrapresa. La silenziosa ma sottile e metodica opposizione dell’assessore alla cultura e al turismo nei confronti dello stato di cose presente e in fin dei conti verso quella parte di se stesso che rappresenta il partitone del tutto va bene madama la marchesa, non basta più.
Il Vicesindaco Maisto non per questo perderà la mia personale stima umana e professionale ma, operando in un ambito nel quale a contare sono più i numeri che le intenzioni, occorre la sua amministrazione risponda, rapidamente, ad un malessere crescente che ormai sta uscendo dai retrobottega dei commercianti del centro storico per straripare nelle strade. In questione non è infatti il business di alcuni ma la coesione sociale di una intera città che, qualcuno non se ne è ancora accorto, vive molto più di cultura e turismo che di chimica di base e meccanica. L’impatto della mancata mostra primaverile a Palazzo dei Diamanti è stato devastante, l’assenza di segnali per una prossima programmazione foriera di novità importanti, sia in tema di mostre che di valorizzazione del patrimonio storico e artistico esistente, più che allarmare, terrorizza e fino ad un certo punto immobilizza. Il settore del turismo è fatto di piccoli e piccolissimi operatori, agriturismo, B&B, ristoranti, bar, librerie, servizi alla persona, ditte individuali e free lance. Tutti soggetti oggi del tutto privi di ammortizzatori sociali, accesso al credito e alternative reali al settore nel quale hanno già sputato infiniti sangue e sudore.
Sapranno le istituzioni locali: comune, provincia e regione comprendere la portata dei problemi che affliggono la società ferrarese e prendere adeguate, urgentissime, contromisure? Dove sono finiti gli ambiti partecipativi nei quali si era iniziata una discussione importante sulla cultura a Ferrara? Gli incontri con le associazioni di categoria e gli operatori del settore proseguiranno o è tutto, come pare, finito in cavalleria o nei Balloons di fine estate? Rivolto agli amministratori ferraresi, il mio non un vuole essere un avviso, bensì un accorato invito affinché si pongano il problema di quello che sta succedendo in città. Il livello di guardia è superato, occorre fare sistema, lavorare in squadra per uscire dalla melma nella quale siamo precipitati, sanzionare con la dovuta fermezza chi ha commesso madornali errori e insieme, operatori privati, associazionismo, istituzioni pubbliche, remare nella stessa direzione affinché i conti della città d’arte tornino come tornano, e bene, in altre città più o meno importanti della nostra penisola, dalla vicina Ravenna alle incomparabili Firenze e Venezia, dove, anche in anni di crisi generale dei consumi, il numero delle presenze turistiche non ha cessato di aumentare. Le proposte sulle quali lavorare non mancano, ma per ottenere delle risposte, la prima cosa da fare è porsi delle domande. A partire da quella di cui sopra: cosa sta succedendo?
Alessandro Gulinati, capogruppo Misto Circoscrizione 1 Comune di Ferrara