26 Mar, 2013
Tranquillo Sig. Sindaco: la mancanza di nebbia non occulta nulla
Inserito da: PpF In: Politica




di Paolo Giardini
È palesemente infondata l’impulsiva preoccupazione del sindaco Tagliani espressa nella lettera “Quel timore di sparire nelle nebbie”: le cosiddette iniziative culturali comunali di Ferrara non possono scomparire! Non c’è più la nebbia ad ovattare stagionalmente l’ambiente, non ci sono iniziative culturali riconosciute come tali fuori dal Palazzo, e il Vuoto che sparisce nel Vuoto è un suggestivo ma improponibile ossimoro. Come sfuggono i visibili effetti del cambiamento climatico al primo esponente cittadino di una corrente indigena di pensiero impulsivo, sembrano sfuggirgli cose anche in ambiti diversi dalla meteorologia. Non avendo le parole momentanei poteri taumaturgici, il significato di “sponsorizzazione” resta legato al pedestre do ut des di accordi che in cambio dell’impegno a finanziare un ente o un evento popolare prevedano un corrispettivo di pubblicità.
Se al tempo presente, dominato dalla pubblicità imperante, gli sponsor volontari sistematicamente latitano significa, senza se e senza ma, che la pubblicità derivante non vale assolutamente la spesa. Ci vuol tanto a capirlo? Oltretutto la reiterata negazione offre gratuitamente un autorevole parere sulla qualità intrinseca degli “eventi” progettati.
Berlusconi, i cui governi hanno dilatato a dismisura il debito pubblico portando l’Italia sul ciglio del baratro dell’insolvenza (se si rafforza il sospetto che i 2.200 miliardi di debito accumulati non siamo capaci di restituirli, non ci prestano più un centesimo, e nel giro di qualche mese facciamo la fine non della Grecia, ma della Moldavia, rimpiangendo i tempi di Monti) notava recentemente che “i ristoranti sono sempre pieni di gente, quindi in Italia le cose vanno bene”. La stessa profondità analizzatrice del Tagliani che constata: “una città, in fondo non certo povera a guardare il livello dei depositi bancari, con una quantità spaventosa di sportelli bancari”. Eh?! Cosa?! Per esser spaventosa quella quantità di sportelli è certamente spaventosa in sé! Ma è ancor più spaventoso l’iceberg la cui punta emersa sta in quegli sportelli: il Vuoto d’impiego cittadino! Se qui arrivano tutte le banche del mondo non ad investire, ma a rastrellare soldi locali, non significa nulla vero? Quel Vuoto locale di idee e imprenditorialità, chi l’ha lungamente lasciato crescere come un selvaggio terreno incolto (sempre bello il verde incolto visto da lontano…), se non una genìa dominante di politicanti orientata al parassitismo? È lo stesso genere di vuoto che lascia incolto lo sterminato potenziale dell’Ermitage, che Ferrara si limita a pagarne con micragnosa fatica le spese di rappresentanza in cambio di nulla sul fronte dei “grandi eventi”, come qui pomposamente vengono chiamati. È lo stesso genere di vuoto insulso che allontana l’ospedale dal centro cittadino invece di rinnovarlo, scatenando una serie di nefaste conseguenze a catena di cui non si immagina la fine, lo stesso Vuoto che per decenni si propaga attorno al petrolchimico, realtà industriale imponente e importantissima. Ovunque, nel mondo occidentale, simili stabilimenti generano un profluvio locale di imprese nel terziario capace di soverchiare visibilmente le aree industriali coinvolte rispetto allo stabilimento base. A Ferrara no. Neppure l’istruzione secondaria locale ne ha voluto tener conto.
La Vacuità come sistema di governo traslata in stile di vita periferizza anche i centri storici più prestigiosi e, naturalmente, li trasforma in spettrali resti del passato, quando non in raccordi autostradali (vedere la meraviglia di Borgo S. Giorgio)
Si consoli almeno con i successi automatici di Hera, dimenticabilissimo sindaco. In regime di monopolio municipale la sua privata amica continuerà a non avere angustie anche senza di lei a Palazzo.
Paolo Giardini