



di Valentino Tavolazzi
Provo a replicare con serenità alle claudicanti (con rispetto!) considerazioni del consigliere del Pd Ruggero Tosi, che se da un lato fornisce utili informazioni ai cittadini in merito alla distinzione dei compiti tra 118 e struttura di Pronto soccorso, dall’altro le farcisce di polemiche inutili. Egli esordisce con “credo sia ora di smetterla di creare falsi allarmi nei nostri concittadini”. Evidentemente si riferisce a chi sta conducendo una battaglia politica contro la chiusura del Pronto soccorso in città ed il mantenimento delle prestazioni ospedaliere per gli anziani, cioè a Ppf/M5S e non solo! Ora, se io affermassi che Tosi con il suo intervento distribuisce anestetico alla popolazione (accusa speculare alla sua), sono certo che non sarebbe felice! Perché allora non si attiene ai fatti? Eppure Vaccari docet!
Concordo che è importante il tempo di arrivo dell’ambulanza e dell’eventuale auto medica, oltre alla preparazione del personale medico ed infermieristico. Tuttavia Tosi non mi convince quando banalizza il tempo di trasporto dal luogo della chiamata all’ospedale, perché non sempre si è in grado di stabilizzare il paziente sul posto. La stessa organizzazione del 118 presenta al riguardo palesi contraddizioni. E’ vero o no che l’ambulanza con base presso la caserma dei vigili del fuoco, è equipaggiata con due autisti (personale tecnico non paramedico) e non con autista più infermiere, come accade invece nell’auto Cidas stazionante presso l’ospedale? E le attrezzature presenti nell’ambulanza con due autisti sono le medesime presenti in quella Cidas? E’ vero o no che l’ambulanza con due autisti viene inviata in soccorso anche di “codici rossi base” e compete ad essi valutare la necessità del medico e richiederne l’intervento? L’auto medica, se disponibile, parte solo in quel momento e, nell’attesa, non è presente sul posto alcun infermiere. In provincia invece le ambulanze sono equipaggiate con coppia di autista più infermiere. Perchè? Come fa Tosi a sostenere, e a convincerci, che tutto si risolve sul posto se, al mutare del luogo di chiamata cambia l’ambulanza e la composizione dell’equipaggio? Questa non è polemica Tosi, sono domande concrete, più volte formulate, ma prive di risposta! Perché l’azienda sanitaria non fornisce i dati che dimostrino l’attuale rispetto dei tempi stabiliti per raggiungere il luogo di soccorso? Tutto va sempre come previsto? Perché i cittadini non sono informati di situazioni di soccorso, eventualmente gestite con difficoltà, che abbiano comportato cambiamenti organizzativi e/o provvedimenti disciplinari da parte della direzione del servizio? Eppure qualche caso, anche di recente, si è verificato!
Vede Tosi, quando lei afferma “Per tutti questi motivi mi pare particolarmente odiosa la speculazione di chi tenta di spaventare i cittadini convincendoli che spostare il Pronto Soccorso di 7 chilometri farà morire molta gente in ambulanza”, offende l’intelligenza dei lettori, perché come loro sa bene che si può morire in ambulanza, se la preparazione del personale non è adeguata, oppure se il tempo per raggiungere la struttura di Pronto soccorso e Rianimazione è troppo lungo per le condizioni del paziente. Per questo fanno bene i cittadini di Ponte, Barco, Ravalle, Casaglia, Porotto, Cassana, del centro storico a preoccuparsi dell’allontanamento del Pronto Soccorso. Non si comprende da cosa derivino le certezze di Tosi, se non sono ancora noti strategia, modelli e simulazioni sull’efficacia del sistema di emergenza che si intende adottare. Né sono disponibili comparazioni tra gli standard imposti dal sistema sanitario ed i risultati attesi dalla riorganizzazione. Non sono noti i tempi di percorrenza delle ambulanze da tutti i quartieri del Comune di Ferrara al nuovo ospedale di Cona, nello scenario a viabilità attuale ed in quello a viabilità futura, né quali siano le nuove modalità organizzative del servizio, le procedure, il numero di ambulanze, di auto mediche e la specializzazione degli equipaggi. Come fa il consigliere ad essere sicuro, quando nessuno ha dato risposte? Questa non è religione Tosi, la fede non c’entra!
Valentino Tavolazzi, Consigliere comunale Ppf/M5S
Cambia la Prospettiva
Intervento del Consigliere PD Tosi su CronacaComune
Ospedale di Cona: 118 e Pronto soccorso, basta fare confusione!
di Ruggero Tosi*
Credo sia ora di smetterla di creare falsi allarmi nei nostri concittadini. Non si può, quando si parla di emergenza, continuare a fare confusione tra i compiti del 118 e quelli del Pronto Soccorso facendo pensare che siano un’unica cosa:
· 118: la dislocazione dei mezzi di soccorso è stata ottimizzata sul territorio per avere tempi minimi e uniformi di intervento; il 118 porta l’ospedale al luogo dell’emergenza. La funzione di trasporto “carica e scappa” (che in fondo è molto simile come pericolosità a quella evocata spesso dicendo che i cittadini possono recarsi al PS da soli) da molto tempo non è più quella primaria tant’è che molto spesso l’ambulanza 118 rimane a lungo sul posto a prestare i primi importanti e fondamentali soccorsi.
· Pronto Soccorso: struttura e organizzazione dell’intero ospedale (area critica del PS, diagnostiche, sale operatorie, rianimazioni) devono permettere tempi minimi nel fornire i trattamenti definitivi alle emergenze stabilizzate sul territorio dal 118
Cruciali sono i tempi, in termini di minuti, di arrivo sul luogo dell’emergenza dell’ambulanza.
Ad esempio l’infarto acuto: in tutto il mondo più del 50% dei casi di Infarto Miocardico Acuto muore per fibrillazione ventricolare entro un’ora dall’esordio clinico, prima di arrivare in ospedale; l’intervento salvavita più efficace è da fare sul posto con manovre di resuscitazione e/o di defibrillazione con shock elettrico; tutto questo e ogni altro intervento farmacologico può essere fatto appena arriva l’ambulanza senza aspettare di arrivare in Pronto Soccorso.
Il soccorso e l’assistenza all’emergenza avvengono secondo i principi (scientifici) della “catena della sopravvivenza” che voglio elencare perché rendono più chiara la comprensione dell’argomento:
1. centrale Operativa 118: allarme e richiesta di intervento (se possibile indicazioni per prime manovre di soccorso);
2. interpretazione della chiamata da parte di un operatore qualificato con invio di mezzo e personale per le specifiche esigenze;
3. intervento precoce, reso possibile da una adeguata dislocazione dei mezzi di soccorso sul territorio;
4. stabilizzazione primaria extraospedaliera mediante prestazione di soccorso avanzata;
5. trasporto all’ospedale “protetto” con mezzi e professionalità adeguate: non verso l’ospedale o il pronto soccorso più vicino, ma sempre verso la struttura maggiormente idonea a garantire l’ottimale gestione del caso
6. ricovero, ulteriore stabilizzazione nell’area critica, cure definitive nell’ambito delle specialità competenti
Cito il Prof. Di Pasquale, Presidente Federazione Italiana di Cardiologia, in commissione sanità del Senato del 23/7/08: “Purtroppo, più del 50 per cento dei pazienti arriva al pronto soccorso vicino a casa in tempi diversi e qui si riscontra una criticità importante. Infatti, nel momento in cui il paziente arriva al pronto soccorso dell’ospedale periferico, il suo viene considerato come un trasporto secondario, quindi non necessariamente a carico del 118, con enormi ritardi. Questo paziente di solito paga un prezzo altissimo in minuti e ore di ritardo”.
In previsione di Cona, tra l’altro, altre iniziative sono già state intraprese, e molte già sono state completate, per assicurare maggior efficienza al sistema 118. Ricordo in particolare la dotazione di un sistema di localizzazione GPS ad ogni mezzo di soccorso, che ne permette l’ottimizzazione di utilizzo non solo in funzione della dislocazione preordinata, ma anche della posizione contingente, con possibili rotazioni di postazione, diversioni e appuntamenti in itinere. Dotando poi i mezzi di soccorso di attrezzature di telemedicina (ECG, ecografia) è possibile svolgere accertamenti diagnostici già sul punto di intervento e quindi l’allestimento precoce di tutto il necessario per eventuali interventi nell’ospedale di riferimento così pre-allertato, con importantissimi accorciamenti dei tempi di trattamento risolutivo.
Infine, ma certo non in ordine di importanza, la struttura architettonica del nuovo ospedale con la distribuzione ottimizzata dei servizi e l’organizzazione per flussi di intensità di cure consentiranno ulteriori miglioramenti nell’utilizzo integrato di tutte le risorse strutturali, professionali e tecnologiche (si pensi ad esempio all’accorpamento delle sale operatorie e dei servizi diagnostici) necessarie ad assicurare la massima tempestività ed efficacia nell’assistenza a qualsiasi caso di emergenza che si realizzi nel territorio provinciale ferrarese (cosa assolutamente impossibile nell’attuale Sant’Anna).
Per tutti questi motivi mi pare particolarmente odiosa la speculazione di chi tenta di spaventare i cittadini convincendoli che spostare il Pronto Soccorso di 7 chilometri farà morire molta gente in ambulanza.
I casi sono due: il primo, che nel contesto istituzionale del Consiglio Comunale non voglio prendere in esame perché sarebbe veramente troppo grave trattandosi della salute dei cittadini, è quello che c’è qualcuno che mente sapendo di mentire. Il secondo invece, che rimane l’unico a cui voglio pensare, è che chi fa confusione parlando di emergenza non si sia informato abbastanza per darne un giudizio obiettivo. Anche in questo caso però, mi permetto di dire, è comunque molto grave perché, come detto, si alimentano paure infondate tra i cittadini.
Consentitemi di confutare queste mie considerazioni con alcuni dati obiettivi:
(Resto del Carlino ed. Ferrara, 12/05/10 p. 29)
“Caro Carlino, sono Marco, il marito di Claudia, la ragazza che venerdì 30 aprile ha avuto un incidente in auto in zona Ripapersico rimanendo ferita. Chi ha avuto la peggio è stato Riccardo, mio figlio di sei anni. Entrambi sono stati subito trasportati al Sant’Anna e ricoverati in Rianimazione in gravi condizioni … tranquillizzato dai sanitari … i quali si sono immediatamente prodigati con grande sensibilità e professionalità … Approfitto del Carlino per ringraziarli di cuore, perché per merito loro ho di nuovo la mia famiglia”.
DOMANDA: perché un cittadino dovrebbe ringraziare pubblicamente per essere stato trasportato lui e i suoi familiari feriti in un incidente stradale non all’ospedale più vicino (Argenta: 11,2 km) ma a uno ben più lontano (Sant’Anna 23,7 km)?
(Resto del Carlino ed. Ferrara, 23/05/10 p. 29)
“… sta lottando tra la vita e la morte … E.M. 42 anni di Papozze (Rovigo), ricoverato in gravissime condizioni nella rianimazione dell’ospedale Sant’Anna. … E’ finito fuori strada … tra Ariano e Serravalle … rimanendo incastrato tra le lamiere dell’abitacolo. A tirarlo fuori ci hanno pensato i Vigili del Fuoco di Codigoro dopo interminabili minuti. Subito le sue condizioni sono apparse gravissime agli occhi dei sanitari del 118 che l’hanno trasportato con urgenza all’ospedale Sant’Anna”
DOMANDA: Perché invece che a Lagosanto (27 km) il ferito è stato portato a Ferrara (49 km)?
Proprio oggi (28/06/2010) purtroppo poi sulla cronaca dei quotidiani di Ferrara un ulteriore episodio. Una ragazza coinvolta ieri in un pauroso incidente a Massa Fiscaglia, che come sapete è un Comune vicinissimo all’Ospedale di Lagosanto, è stata trasportata al Sant’Anna di Ferrara.
Pensate siano casi sporadici? Provate ad informarvi dove vengono portati tutti i feriti gravi che i miei colleghi Vigili del Fuoco estraggono, purtroppo ahimè troppo spesso, dagli autoveicoli coinvolti in incidenti stradali che avvengono sulla Romea. Forse a Comacchio visto che viene spesso preso come termine di paragone per aver mantenuto il Pronto Soccorso? Vengono tutti trasportati al Sant’Anna a Ferrara (50 Km) dove le possibilità di far sopravvivere il ferito sono esponenzialmente molto più elevate!
Ma poi scusate, se abitare a 10 km da un Pronto Soccorso è così pericoloso, perché nessuno ha mai denunciato l’assenza di un P.S. a Francolino, o a San Bartolomeo, o in altre frazioni del nostro Comune?
PERCHE’ SE LA LOGICA DELL’OPPOSIZIONE E’ VALIDA, AL DOCUMENTO PRESENTATO PER IL CONSIGLIO STRAORDINARIO SULL’OSPEDALE DI CONA MANCA QUALCOSA che si dovrebbe aggiungere con questo passaggio alla fine del terzo punto degli impegni:
“Rendere attive strutture ospedaliere con annessi reparti medici chirurgici, diagnostici e di servizio per il pronto soccorso/emergenza (fino a 20 posti letto, con annesse unità di rianimazione, emodinamica, sale operatorie, diagnostica per immagini, laboratori e quant’altro necessario) in ciascuno degli abitati di Fossa d’Albero, Parasacco, Marrara, Montalbano, Porotto e Porporana che sono oggettivamente lontane sia da Giovecca che da Cona; perchè, come già detto, l’efficacia e la qualità della risposta alla domanda di soccorso dipendono dal tempo complessivo che intercorre tra chiamata e ingresso in pronto soccorso”.
Se chi ha fatto quel documento è veramente così convinto della sua logica, è allora colpevole di non emendare il documento stesso aggiungendo anche questa richiesta! O forse la vita di un residente di Corso Isonzo vale più di quella di un residente di Marrana e di tutte le altre località più distanti dal Pronto Soccorso?