



di Paolo Giardini
La singolare evidenza della durata dell’arco di vita in relazione inversa al metabolismo, per la quale più alta è la frequenza del battito cardiaco meno campa il proprietario del cuore, forse non dipende da un determinismo matematico, ma è certo che un criceto, dal cuore Abarth da 450 battiti al minuto, campa tre anni; il coniglio, che pompa a 200 battiti al minuto, se non lo mangiano prima arriva a 9 anni; il gatto con 150 battiti campa 15 anni; l’ uomo e la balena hanno la stessa aspettativa di vita di 80 anni, il primo con 60 battiti, la seconda con 20. Ma l’uomo cresce in cattività a spese di tutte le altre specie, invece nessuno ha mai mantenuto per centinaia d’anni dei capodogli in acquario osservando se campavano di più.
Fino a prova contraria quindi un metabolismo vivace è segno di vita corta. Vengono così confermati i peggiori sospetti sul motivo delle lunghe permanenze al potere dei nostri sindaci, tutti dello stesso partito, che cessano solo per obblighi di legge: si tratta di vivacità metabolica cittadina ridotta al lumicino. Che ne pensa la quota di ferraresi attenti? E’ un problema da sala rianimazione d’organismi preagonici, o da sala di conservazione mummie faraoniche?
Per rispondere può essere d’aiuto esaminare le foto di Franceschini comparse sui giornali del 27 Aprile dove si vedono, a destra e a sinistra del demiurgo venuto da Roma, i delfini PD, Tagliani e Zappaterra rivolti in alto, a guardare in viso il Franceschini mentre annuncia con certezza che il PD vincerà le elezioni al primo colpo. Sono le espressioni dei due delfini che vanno osservate. Se danno l’impressione d’essere sugli spalti del fortino assediato mentre all’orizzonte si alza il polverone della cavalleria in arrivo, è sala rianimazione. Se invece sembrano aspettare conferma che sì, loro ce la faranno per il semplice motivo che sono delfini, è sala mummificazione.
Paolo Giardini
Progetto per Ferrara