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12 Nov, 2012

Un giretto verso la campagna di Cona

Inserito da: PpF In: Ambiente e salute|Sanità

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di Paolo Giardini

Nella tarda mattinata di sabato 10/11/2012, approfittando della giornata semifestiva senza assilli di traffico e parcheggio, ho dedicato un’oretta all’ospedale di Cona, rivelatasi una stimolante esperienza culturale. Mi sento di consigliare questa passeggiata propedeutica a tutti quelli che sono ancora in buone (meglio ottime, non si sa mai..) condizioni di salute. Camminare di buon passo fra parcheggi e lunghi corridoi deserti mantiene in forma. Anche psicologica, per quelli con l’artrosi è offerta l’opportunità di resistere alla tentazione di sedersi sul pavimento quando non ne possono più.

E poi, dai, come non approfittare della comodità, pressoché unica per una povera città di provincia, di ammirare un ospedale d’ECCELLENZA di livello EUROPEO, come ripetutamente garantitoci da tutti i maggiorenti al potere, senza dover spendere soldi in voli internazionali? Di seguito un riassuntino della gitarella.

 

TROMPE L’OEIL

Se non è l’inizio di un lavoro di trompe l’oeil, è umidità. Sono, in un caso o nell’altro, inestetismi temporanei. Basta finire, o buttar via i pannelli, sostituendoli con altri molto più igroscopici, o molto idrorepellenti, e tutto torna più nuovo di prima.

Sarebbe bello, per restare al top tecnologico raggiunto, vedere dei pannelli in aeroegel di silicio. Il rinnovamento è sempre affascinante! Qui, poi, è come un cambiar casa senza far traslochi. Sì, va bene… qui non c’è moltissima mobilia

 

 

VISTA DAL BASSO

Soffitto del 3° Piano del Settore 2, attraverso l’apertura di un pannello asportato possiamo osservare un dettaglio strutturale riguardante il solaio del tetto.

Gli ignoranti chiamerebbero “ruzna” la macchia che si vede.

Pura incultura. Chiaramente bisogna intendersene di costruzioni d’ECCELLENZA per capirci qualcosa. Aspettiamo che qualcuno che sa ci spieghi.

 

 

LA CHICCA

Attraverso una delle tante aperture sul controsoffitto s’è potuto ammirare in dettaglio anche i segreti

tecnologici dell’eccellenza impiantistica europea.

Al Parlamento Europeo andrebbero in solluchero se sapessero che il meglio dell’EUROPA raggiunge livelli così avanzati. Cosa aspettano ad allestire dei Master con stage a Cona?

 

Da notare la futuristica scatola di derivazione elettrica. E’ del tipo a PASSACAVI, i sofisticati tappi in plastica morbida come il ricambio riportato a fianco. Lasciati intonsi mantengono la scatola stagna. Tagliando con le forbici il gradino che più si avvicina al diametro del cavo che si vuol far passare, si consente la penetrazione sia al cavo che all’acqua che potrebbe scorrere lungo il cavo se questo proviene dall’ALTO, dando un senso alla vita del manutentore. Di gran pregio la dicitura manoscritta sul coperchio! L’ancor viva esperienza millenaria amanuense aiuta a non banalizzare le custodie con targhette indelebili, incise a pantografo e fissate meccanicamente, come prescritto dai Capitolati consegnati ai cantieri per far divertire le maestranze.

Invece nell’Europa non ancora toccata dalla qualità d’ECCELLENZA che ha il suo picco a Sud Est di Ferrara, usano in casi analoghi sistemi un po’ arcaici con scatole di derivazione non a PASSACAVI ma (orrore) a PRESSACAVI, come quello visibile a destra che però ha un difetto: se è installato correttamente, e ben stretto sul cavo, non lascia penetrare acqua neppure in immersione. Ma dà uno sgradevole senso di soffocamento psichico ed economico perché costa molto più di quella a PASSACAVI.

 

 

 


Esempio di una Scatola di Derivazione elettrica con 2 ingressi a PRESSACAVI.

Mostruoso. Bisogna forare la Scatola per inserire i pressacavi.

Per fortuna, di robaccia simile sembra che a Cona non ne abbiano messa, se l’esempio sopra riportato corrisponde allo standard usato.

 

E PER FINIRE

Dopo aver divertito per mesi le comitive a misurarsi con indicazioni tipo:

Snodo 1B2-1D2 tipiche della Battaglia Navale o Il Piccolo Architetto (però non in sintonia col ferrarese medio che preferisce indicazioni tipo:

Busso 1Asso-1Fante Cavallo, oppure Sx Chirurgia – Dx Degenze), l’Ospedale di Cona incoraggia

ora l’esercizio cerebrale con una segnaletica aggiuntiva piena di grosse frecce. Ma non sempre son solo frecce. C’è anche il cartello in foto, che ha tutta l’aria di un affascinante nuovo gioco deduttivo. La deduzione consente di partire da una regola universale per giungere ad una conclusione particolare. E’ utilissima nella vita di tutti i giorni. Una per tutte: se la regola generale consente di eleggere sindaco di una città Tagliani, la conclusione particolare è che entro quella città la salute migliora così tanto da far sparire l’ospedale (anche la rete gas municipale, a dire il vero).

In questo caso il cartello trovato al terzo piano del settore 2, corpo C presenta un quesito deduttivo complesso. Apparentemente sembra dare un’indicazione perfettamente inutile: non fanno già tutti così? Da quando ho cominciato a camminare, non ho mai fatto niente di diverso, scendendo dal terzo piano a terra. Vabbè, non posso dire d’aver sceso il milione di scale del poeta Montale (mentre dava anche il braccio alla moglie, era un professionista), ma come dilettante sono certissimo che per andare al piano terra dal terzo piano non ho mai mancato di portarmi al secondo, poi al primo e proseguire al piano terra. Anche in ascensore, la stessa cosa: premo il tasto del piano terra, e lui, senza fallo passa SEMPRE anche per il primo.

A meno che USCITA non dia significati diversi a Primo Piano e Piano 1. Il Piano Schlieffen, p.e., prescriveva SEMPRE l’uscita dell’esercito tedesco verso destra, invadendo i Paesi Bassi.

La questione probabilmente sta tutta nel perentorio SEMPRE (in inquietante contraddizione con l’incertezza denunciata nell’ammonimento di Segnaletica Provvisoria). Il SEMPRE è indizio di regola generale, e la regola generale obbliga a portarsi al Piano 1 senza tante storie. Come mai?

S’è ammazzata gente che, sfuggendo ad una sindrome di Sthendal in versione Eccellenza Ospedaliera, per uscire il più in fretta possibile dal perturbante Piano 3 s’è buttata dalle finestre? Oppure si obbligano soste al Piano 1 per abbiette manovre commerciali? Costringendo tutti a vedere i negozi nella parte alta della galleria che, guarda la combinazione, è giusto al primo piano?

In effetti nessuno, arrivato al piano terra, si sognerebbe mai di risalire per curiosare fra vetrine curve di negozi vuoti, neppure su prescrizione medica.

Comunque, data la regola generale sul modo d’Uscire dal terzo piano, la conclusione particolare sembrerebbe suggerire che per Entrare nello stesso terzo piano (direzione esattamente contraria all’Uscire) bisogna togliersi Sempre dal Piano 1. Cioè mai entrarvi all’ingresso. Non capisco, ma mi adeguo. Come diceva quel rappresentante di pedalò in Unione Sovietica.

 

Paolo Giardini

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  • Valentino Tavolazzi: Ing. Savini, come le ho scritto sei anni fa, saremmo ben lieti di pubblicare un intero suo articolo nel nostro sito, con la sua completa versione dei
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  • vittorio savini: ,,,aggiungo inoltre che vi è stata un' ORDINANZA del tribunale di Ferrara (artt. 676 C.P.P.) n. 250/2016 del 2 novembre 2016 a firma del giudice Pier

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