23 Feb, 2011
Un inizio positivo, ma non abbastanza
Inserito da: PpF In: Bilancio comunale|Circoscrizione 4




di Valerio Tavolazzi
Il 22 Febbraio, in seduta di consiglio, la circoscrizione 4 ha dato parere favorevole al bilancio di previsione 2011 (11 favorevoli, 2 astenuti e 3 contrari). Presente l’assessore al bilancio Luigi Marattin. Ho chiesto all’assessore un paio di chiarimenti in merito alla vendita di azioni Hera e alla chiusura del derivato Dexia. In merito al primo punto, l’assessore ha spiegato la composizione delle quote di pertinenza del Comune: una parte è direttamente posseduta dal Comune, circa 6,7 milioni di azioni, una parte è posseduta dalla Holding Ferrara, società a capitale interamente pubblico (del Comune di Ferrara), circa 23 milioni; per un totale di circa 30 milioni di azioni (che corrisponde a circa il 2,72% del totale di azioni Hera).
Dei 23 milioni della Holding, 21 sono vincolati (poiché bloccati dal patto di sindacato, possono essere venduti solo ad altri soci di Hera, e Marattin non ritiene possa essere una strada percorribile), 2 milioni sono quotati oggi circa 1,7 euro ad azione, ben lontani dai 2,4 euro per azione scritti a bilancio. I 6,7 milioni di azioni (numero non valore), direttamente posseduti dal Comune, sono sempre quotati a 1,7 euro ad azione, ma il loro valore scritto a bilancio per azione è di 1,68 euro. Ma, ha detto Marattin, dobbiamo confrontare l’eventuale somma di circa 1,4 milioni di euro di plusvalenza, di cui il Comune beneficerebbe nella vendita di tali azioni, con il flusso di dividendi annuo che entra nelle tasche del Comune (circa 600 mila euro/anno). L’assessore ha insinuato il dubbio che non convenga vendere, senza però considerare il minor costo del debito che si potrebbe ottenere dalla vendita delle azioni: questa quota (all’anno) è maggiore o minore del flusso di dividendi annui, considerando di vendere i circa 9 milioni di azioni disponibili per coprire una parte del debito?
In merito alla vendita delle azioni Hera fatta dal Comune di Modena non sapeva nulla. Ci informeremo entrambi.
Sulla questione derivato Dexia, Marattin prima, per farci capire di cosa si tratta, lo ha paragonato ad una polizza auto (o ad una assicurazione che avrebbe potuto tutelare il Comune nel caso i tassi fossero cresciuti, molto), poi ha garantito che, comunque sia, sta svolgendo una personale indagine a livello legale.
Mi domando: perché il Comune di Ferrara continua a perseverare nella strategia politica di dipendere da Hera (che non sarà mai controllata da un Comune che guadagna dal guadagno della società, come confermato dall’assessore, per un palese conflitto di interessi) e di dipendere da imprevedibili strumenti finanziari nati con l’interesse di arricchire i gruppi bancari e di nessuna garanzia per i cittadini? Marattin metterebbe i suoi personali risparmi nelle grinfie di un derivato? Io no, ma non ho la sua competenza.
Mi sono astenuto. Perché ha dato la sua disponibilità ad approfondimenti, e per dare fiducia al nuovo assessore, che, almeno a livello di trasparenza, si è presentato come una positiva novità. Mi aspetto che ci ripensi davvero, in vista del consiglio comunale, perché Ferrara si deve liberare al più presto di Hera, per poterla controllare o sostituire (rispettando la legge del libero mercato), e di strumenti imprevedibili e costosi per la comunità, come i derivati.
Leggo ora la notizia che il tribunale di Milano, pochi giorni fa, ha rinviato a giudizio 11 funzionari di banca e 2 ex manager del Comune, con l’ipotesi di reato per truffa aggravata su operazioni di derivati effettuate dal Comune.
Valerio Tavolazzi
Progetto per Ferrara / Movimento 5 Stelle
Consigliere Circoscrizione 4