



di Valentino Tavolazzi
“Per cuore, cervello e grandi traumi un minuto fa la differenza”. Lo ha dichiarato nei giorni scorsi il direttore generale dell’azienda sanitaria Paolo Saltari, che ha aggiunto “Per le urgenze servono certezze: massimo venti minuti dopo l’infarto per raggiungere la sala emodinamica, non oltre perché altrimenti c’è perdita di tessuto cardiaco e la mortalità aumenta del 10%”. Da mesi sollecitiamo Pd e maggioranza a rivedere l’attuale progetto Cona/Sant’Anna in base a quella semplice verità ricordata da Saltari. Incredibilmente consiglieri medici e non del Pd l’hanno sempre negata. Da sempre segnaliamo che i residenti del centro storico e di interi quartieri a ovest, nord e nord-ovest, saranno penalizzati dalla chiusura del Sant’Anna e del suo pronto soccorso.
Si tratta di almeno 80 mila persone, prevalentemente anziani, per le quali, in condizioni di emergenza e non, l’accesso a Cona sarà meno rapido ed agevole di quello al Sant’Anna. A parità di altre condizioni, più lontano si trova l’ospedale, più si rischia la vita.
Siamo contrari alla chiusura dell’ospedale in Giovecca. Nessuna città capoluogo di provincia della regione è stata privata del pronto soccorso in centro. L’assessore regionale alla sanità Lusenti dice che non è vero? Si informi e spieghi perché a Modena la regione ha investito 17 milioni di euro nel pronto soccorso in centro! Chiudere il Sant’Anna peggiorerà la qualità del servizio sanitario per decine di migliaia di ferraresi. Nella nostra TESTATA, che raggiungerà tutte le famiglie ferraresi, spiegheremo l’incubo di chi, in un giorno di ordinaria follia, dovrà recarsi a Cona. Ecco che cosa succederà.
Aumenteranno i tempi per raggiungere l’ospedale ed i rischi nella gestione delle emergenze, per una parte consistente della popolazione cittadina (Centro e parte del fuori mura a sud, Barco, Ponte, Francolino, Porotto, Cassana, Vigarano, Mirabello, Virgiliana, Vallelunga, Porporana,…). Per diverse tipologie di intervento (infarto, ictus cerebrale, gravi emorragie, grave crisi respiratoria) è strategico il tempo di arrivo dell’ambulanza all’ospedale.
L’aumento delle distanze sarà aggravato, per tutti i pazienti, dalla mancanza di adeguati collegamenti stradali (bretella via Ravenna-via Pomposa da fare, collegamento via Comacchio-Ospedale di Cona da fare, tangenziale est e ovest da completare) e dall’insufficienza dei servizi pubblici (suburbana di superficie Ferrara-Codigoro operativa tra qualche anno, con trenino diesel ogni ora e non di notte; navetta Ami, finanziata sperimentalmente per soli due anni, con frequenza ogni mezz’ora). Il numero dei posti letto a Cona sarà inferiore a quelli attualmente offerti dal Sant’Anna, con prevedibile aumento delle barelle. I parcheggi a Cona saranno a pagamento.
La Casa della Salute al posto del Sant’Anna chiuso, ultimo spot del Palazzo, non funzionerà di notte. Dovremo correre a Cona per una storta, un taglio, una colica, con gravissimi disagi per gli anziani. Si consideri che in città quasi un residente su tre ha più di 65 anni. Cesseranno molte cure in Giovecca, le oncologiche ad esempio come chemioterapia e radioterapia, oggi prestate in giornata ed in futuro fruibili solo a Cona. Saranno ridotti i posti per la dialisi e cesseranno i ricoveri in day hospital. l’Università non avrà spazi sufficienti (mancano i fondi per realizzare l’edificio di 14 mila metri quadrati, necessario per svolgere le funzioni didattiche e di ricerca). E’ altissima la preoccupazione per le sorti della facoltà di medicina, che ha già perso 30 scuole di specializzazione e molto del suo prestigio. Per Tagliani ed il Pd i nostri argomenti sarebbero “bassa propaganda”. Lo chiederemo ai ferraresi con il referendum.
Valentino Tavolazzi, Consigliere comunale Ppf Movimento 5 Stelle