



mi sembra significativa la concomitanza per cui lo stesso giorno (sabato 14 marzo) che Zeno Govoni – titolare dell’Albergo Annunziata – pubblica sul Forum del turismo della Provincia di Ferrara una lettera aperta ai candidati sindaci della nostra città, compaia sulla Nuova Ferrara (giornale dove sono da sempre il critico d’opera lirica e di eventi culturali), nella propria pagina Economia & Lavoro, un resoconto dal titolo “Turismo, una lieve flessione – A Ferrara nel 2008 si è registrato un – 0,3% nelle presenze”. I dati sono sicuramente tratti dall’ultima pubblicazione della Camera di commercio. L’articolo riporta anche una tabella che dimostra l’andamento all’interno delle categorie ricettive e comunque il risultato finale somma quella flessione richiamata nel titolo.
Ma non è questo il punto che voglio evidenziare, quanto piuttosto il fatto che il redazionale a commento dei risultati induce a pensare che tutto sommato (vista la crisi già conclamata fin dal 2008) non è andata male, perché l’articolista
conclude così: “Sono dati comunque che confermano una tenuta nonostante il periodo di forte crisi economica”. Ecco l’inganno: quel numero di presenze riportato nel resoconto (442.673) flette di poco rispetto all’anno precedente, ma è colpevolmente poco in assoluto per una città patrimonio dell’umanità, città d’arte e cultura, città eccetera, come
la si dipinge negli slogan divenuti ormai luoghi comuni soprattutto degli amministratori locali. Dunque, se non è andata poi male, la conclusione subliminale è che i nostri amministratori hanno saputo difendere bene il settore dall’aggressione della crisi…
Govoni fa delle proposte interessanti sapendo che, nella ripartizione delle risorse provenienti dall’intervento pubblico, esse stesse si trovano (si troveranno sempre) in concorrenza con altre proposte di altri settori e di altre attività. E potrebbero finire con l’essere ancora una volta perdenti. Perché ciò? Perché gli attuali amministratori (a
differenza del passato quando comandava Soffritti) hanno governato più alla giornata che secondo una linea programmatica, in tutti i settori, non solo in quello turistico.
Sono convinto anch’io che il turismo e la cultura siano il nostro oracolo, tanto più se legati alla tradizione
agricola e gastronomica che ne connaturano le specificità, ma occorre non fare solo un appello ai candidati sindaci, quanto piuttosto pretendere che nei loro programmi venga chiaramente esplicitato che l’intervento amministrativo si baserà – per il turismo – non sulla “tenuta” delle 442 mila presenze ma su una scelta ANTICICLICA che aggredisca la crisi con l’obiettivo di far lievitare a 800 mila e magari a un milione le presenze (non gli arrivi! che nei cervelli di lorsignori sono in confusione con le presenze) già nel breve-medio periodo.
Pretendere? E che strumenti si possono adoperare per ottenere? Pochi, ma vanno agiti prima del voto, alla comparsa dei programmi elettorali, anche con critiche feroci. Oggi, per quel che si vede muovere a Ferrara, mi sento di affermare che solo la lista di Valentino Tavolazzi abbia scritto (sì, scripta manent) qualcosa di molto preciso che va nella direzione non della “tenuta”, ma della scelta anticiclica.
Personalmente attendo gli altri alla prova, ma lo stato dell’arte – oggi – è questa.
Athos Tromboni
Progetto per Ferrara