



di Valentino Tavolazzi
L’incorporazione di Agea da parte di Hera, preannunciata da chi scrive nell’ottobre 2003 all’indomani della gara per la cessione del 42%, sta diventando realtà.
Più volte il sindaco aveva negato intese segrete ed un epilogo che appariva scontato, ma le dichiarazioni di segno contrario rilasciate fin d’allora da Tomaso Tommasi di Vignano, numero uno di Hera, e dall’amministratore delegato di Agea, Maurizio Chiarini, legittimavano dubbi e timori che si sono dimostrati fondati.
Tuttavia saranno i fatti ad incaricarsi di smascherare bugie e sotterfugi. Ciò che indigna maggiormente è la disinvoltura con la quale Sateriale, superato lo scoglio delle elezioni e prima ancora che si insedi il nuovo consiglio comunale, è pronto a trattare il completo assorbimento di Agea entro il 2004.
La tragica prospettiva è appena mitigata dall’offerta di una poltrona, nè certa nè prevista dallo statuto, in consiglio di amministrazione di Hera. Ferrara dunque è l’unica città del nord Italia che, accontentandosi di fare cassa, ha rinunciato all’integrazione provinciale dei servizi pubblici locali ed ha svenduto Agea, con una gara semi diserta, in assenza di una strategia di sviluppo delle proprie aziende.
Ma ancor più grave è il fatto che il Comune, per entrare nella compagine azionaria di Hera, dovrà uscire da Agea e, diversamente da quanto hanno fatto i soci romagnoli della holding bolognese, perderà in un sol colpo il controllo dei servizi pubblici ferraresi e la “proprietà” di impianti fondamentali come gli inceneritori, il teleriscaldamento e la turbina per la produzione di energia.
Il loro conferimento in Agea, infatti, è sciaguratamente avvenuto un attimo prima di cedere il 42%, quando ancora Sateriale “giurava” che la città non avrebbe perso il controllo dell’azienda. Ma il disastro non finisce qui. Anche il futuro di Acosea, ceduta irresponsabilmente ad Agea prima della gara, si deciderà a Bologna, e con esso le politiche relative all’intero ciclo dell’acqua (acquedotti, fognature, depurazione).
Senza contare infine che, grazie all’incorporazione di Agea, Hera avrà titolo per imporre l’eco business della triplicazione dell’inceneritore di via Diana. Peggio di così non poteva andare. Se questo è l’esordio del secondo mandato di Sateriale, allora ci si deve aspettare di tutto.
La cronaca politica di questi giorni non lascia spazio all’ottimismo. Che ne sarà, ad esempio, dei buoni propositi del sindaco riguardo al rinnovamento del governo della città? All’unisono con Mauro Cavallini aveva promesso più competenza, più giovani e più donne in giunta.
Ebbene lo sgradevole “mercatino delle poltrone” tra i partiti, cui stiamo assistendo, ricaccerà alle ortiche quelle lodevoli intenzioni. Dovremo infatti attenderci più assessorati, funzionali al riciclaggio di qualche politico senza lavoro, ed un forte incremento della spesa a carico dei cittadini. Qualcuno chiama tutto questo “buon governo”.
Valentino Tavolazzi
Progetto per Ferrara