



Zamorani mi attribuisce una visione muscolare della democrazia, solo perché ho elencato i frutti della sua alleanza con il Pd, omettendo peraltro, dalla lista dei cadeaux ricevuti, la poltrona di consigliere delle Farmacie sulla quale egli è seduto. Il “campione di coerenza politica”, che ha portato al Pd e a Sateriale i voti ottenuti con la promessa di fare opposizione, persevera negli insulti (“psicodemagogo”), sfoderando polverose citazioni nel tentativo di addensare l’inconsistenza del suo argomentare. Il radicale tutto pantofole e caminetto, rinunciatario di qualsiasi battaglia civile, pretende di cassare con la “critica on demand” le lotte che altri conducono in sua vece. Alla sua “sfida” di confronto pubblico, rispondo da combattente, come egli mi definisce: per raccoglierla, ho bisogno di stimare lo sfidante. Se Zamorani si dimettesse dalle Farmacie, potremmo riparlarne.
Valentino Tavolazzi, Consigliere comunale Progetto per Ferrara
Movimento 5 Stelle
Lettera di Zamorani pubblicata da Estense.com
Il guanto di sfida di Zamorani
Tre microriflessioni e una proposta (lancio un metaforico guanto di sfida) a proposito delle ultime parole di Tavolazzi sui Radicali e sul rispetto delle regole.
1) Tavolazzi ha una valutazione muscolare della democrazia. Può permetterselo. Come lista civica e grillino non ha riferimenti nella storia. Noi Radicali possiamo almeno richiamare figure come i fratelli Rosselli, Ernesto Rossi, Salvemini, Spinelli e altri. Tavolazzi, per rispondere ad una polemica politica, elenca i voti e le preferenze riportate alle comunali da coloro che lo criticano. Come dire: hai avuto pochi voti, di certo avrai poche ragioni. Una valutazione muscolare della democrazia appunto, che in Italia ha conosciuto e tuttora conosce figure di spicco che dell’illusionismo, della demagogia, del populismo e dell’arte di incantare serpenti hanno fatto la cifra del loro agire. Una valutazione rigorosamente antilaica e massimalista, fondamentalista. Tu critichi il mio operare? attento che io parlo male di te. Metodi che nel nostro Paese hanno storie tanto importanti quanto tragiche e che tendono a ripetersi in forma di farsa.
2) Tavolazzi mi attribuisce toni offensivi “alla faccia della non violenza”. Quali le offese? Eccole: inganno, violenza, demagogia, populismo, illusionismo, mancanza di rispetto delle persone, truffa semantica e politica. Non sono offese ma opinioni che rivendico. Mi si consente di criticare? Lo spero. Anche se nella storia d’Italia demagoghi e populisti, appena hanno potuto, hanno vietato la libertà di parola a chi da loro dissentiva. Ma almeno Tavolazzi non parli di cose che ignora del tutto.
Gandhi elaborò la filosofia della nonviolenza e coniò il termine “satyagraha”, ovvero amore per la verità, e niente e nessuno può mutare il fatto che un cosiddetto referendum autogestito è una truffa in quanto attuato senza regola verificabile alcuna. A quando le elezioni autogestite caro Tavolazzi? Così almeno avrai la maggioranza assoluta: aspetto che, mi pare di capire, per te significa garanzia di avere ragione. Peccato che nella storia, specie italiana, spesso la ragione l’abbiano avuto le minoranze, a volte ridottissime minoranze. Hai mai sentito parlare del Manifesto di Ventotene redatto da Rossi, Spinelli e Colorni? Esistono pochi documenti altrettanto attuali e altrettanto sconosciuti.
3) Tavolazzi dichiara di non innamorarsi delle regole che limitano l’esercizio della democrazia, alludendo alla impossibilità di ricorrere al referendum su alcune questioni. E’ appena il caso di ricordare che è impossibile un referendum comunale su problemi di non esclusiva competenza comunale. Fingere che così non sia significa disprezzo per le regole e demagogia allo stato puro (l’inventore del termine “psiconano” potrebbe forse parlare di “psicodemagogo”).
Proposta: propongo a Tavolazzi – qualcuno direbbe che lo sfido – ad un pubblico confronto a proposito del senso di rispetto delle regole a partire da teoria e pratica del “referendum autogestito”, con due persone a favore di una tesi e due a favore dell’altra. Certo che, da quel combattente che è, accetterà di slancio.
Mario Zamorani, presidente di Radicali Ferrara